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MORTO LO STORICO FONDATORE DEL GRUPPO DI CABARET

Addio, Nico Marino
“cavernicolo” di Cefalù

L’amico Leandro: “Morto davanti a me”
Addio, Nico. È la notizia che gli amici della “Voce” non avrebbero mai voluto dare. Ma così vanno le cose. È morto Nico Marino, protagonista della vita culturale di Cefalù, fondatore e animatore dello storico gruppo dei Cavernicoli, attento e curioso cultore della storia locale. Aveva 62 anni. Lo ha stroncato una crisi cardiaca da cui era stato colto mentre si recava a Palermo per una terapia antitumorale. All'ospedale di Cefalù, dove è stato subito condotto, si è poi spento.
Marino aveva cominciato la propria carriera di attore nelle filodrammatiche locali. Ma poi con i Cavernicoli, che hanno celebrato oltre 40 anni di attività, aveva raggiunto una grande e meritata notorietà. Prima radiofonica, poi televisiva. Il gruppo aveva avuto varie vicissitudini. E' stato sul punto di sciogliersi e di concludere la propria esperienza ma di recente si era ricomposto e veva continuato a proporre i propri lavori, i racconti di un cabaret impegnato e intelligente. Poi era venuto a mancare Pio Pollicino, uno dei fondatori, e con Nico anche una figura centrale dei Cavernicoli.
Al senso di un’ironia spiccata e mai pesante o gridata, Marino aveva unito un impegno certosino nella ricostruzione dei momenti cruciali della storia di Cefalù. Molti sono stati gli scritti, i libri e i saggi. Ne aveva uno in preparazione che quasi certamente sarà pubblicato postumo. Tra i suoi lavori più recenti di storia locale un volume su Salvatore Spinuzza e sulla rivolta antiborbonica del 1857. E proprio sul Risorgimento di Cefalù aveva scritto il suo ultimo articolo pubblicato su la "Voce" del numero di agosto 2010. La sua casa di via Gibilmanna era una grande miniera di carte, documenti, libri, giornali d’epoca e foto: un patrimonio inestimabile di memoria al quale attingeva spesso per i suoi articoli per la “Voce” di cui era uno dei più apprezzati collaboratori.
“Con Nico Marino – ha detto l’ex sindaco Simona Vicari – scompare una delle figure più nobili d'animo di Cefalù: amava la sua città tanto da diventarne profondo studioso”.
“Da sindaco – ha aggiunto – lo avevo voluto accanto a me come consulente per le attività culturali. Era un ambasciatore di Cefalù e in ogni occasione, anche televisiva, non mancava mai di sottolineare il suo amore per quella comunità. Per il mondo dello spettacolo siciliano e nazionale era un punto di riferimento inossidabile sin dal 1967 quando iniziò la sua carriera con i Cavernicoli segnata da tanti successi e da un umorismo sempre di grande stile”.
"Se ne va un pezzo di storia della città" ha commentato il sindaco Pippo Guercio nella camera ardente dell'ospedale San Raffaele Giglio nella quale sono sfilate tantissime persone e molti amici di Nico Marino. "Era - ha aggiunto Guercio - una persona affabile, disponibile, discreta. Un vero signore a cui Cefalù deve davvero molto".


IL RACCONTO DI LEANDRO – Il caso ha voluto che Nico Marino morisse si può dire tra le braccia dell’amico Leandro Parlavecchio, con il quale ha diviso il lungo sodalizio artistico con i Cavernicoli. Nico aveva scoperto nel mese di agosto di avere un tumore. In poco tempo il male aveva avuto un’evoluzione che lo aveva sfiancato e ridotto quasi all’immobilità. Due volte alla settimana seguiva una terapia specialistica a Palermo. Lo accompagnavano il figlio Gabriele e l’amico Leandro. Anche stamattina Nico si apprestava a recarsi a Palermo. Leandro Parlavecchio ricorda quello che è accaduto: “Con difficoltà è sceso. Con Gabriele lo abbiamo aiutato a salire in macchina. Era affaticato, molto provato. Ma non potevamo immaginare che la situazione potesse precipitare con una straordinaria rapidità. Si era appena accomodato sul sedile quando l’ho visto cedere di colpo. Non c’era altra scelta che mettersi subito in marcia e raggiungere il pronto soccorso che peraltro è molto vicino alla casa di Nico. Quando siamo arrivato però non c’era più nulla da fare. Forse neanche lui si è reso conto che stava per morire”.
L’ultima esibizione del gruppo risale al 5 agosto, in occasione della festa del san Salvatore. Nico Marino aveva cominciato già ad avvertire dolori alla schiena e difficoltà di movimento. “Non stava bene – ricorda Leandro – tanto è vero che mi chiese di contenere i tempi dello spettacolo: una mezz’oretta non di più. Magari il pubblico non se n’è accorto ma io che lo conosco da molti anni ho capito che aveva una voce stanca”.
18.10.2010
Redazione

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