Tra Covid e lavori di restauro, è rimasto chiuso per un paio di anni. Ora che ogni cosa è al suo posto il cinema Di Francesca può riaprire. Lo farà il 23 giugno con una serata nella quale sarà proiettato “Rapito”, il film di Marco Bellocchio sul caso di Edgardo Mortara, il bambino ebreo sottratto alla famiglia dallo Stato Pontificio per essere cresciuto come cattolico.
Si riapre così al pubblico una delle più antiche sale cinematografiche siciliane ancora gestite dalla stessa famiglia. La storia cominciò nel 1909 quando il fotografo Salvatore Di Francesca organizzò la proiezione delle immagini del cinema muto nelle piazze e strade di Cefalù. Poi, nel 1930, la definitiva sistemazione in corso Ruggero con un impianto e un pubblico a cui si è ispirato Giuseppe Tornatore per Nuovo cinema Paradiso. Per la ricostruzione di un antico cinema Tornatore ha utilizzato anche le macchine qui ancora custodite: con le migliaia di locandine raccolte quelle attrezzature daranno vita a uno spazio museale. Non mancherà neppure il pianoforte che all’epoca del cinema muto la sala Di Francesca utilizzava per eseguire le colonne sonore.
Nel tempo la sala, gestita da Giuseppe Di Francesca e dalla famiglia con grande impegno e pieno coinvolgimento, si è adeguata alle esigenze del tempo ed è diventata uno spazio culturale. Il cinema è stato sempre il pezzo forte, tanto che la famiglia Di Francesca è conosciuta come quella dei “cinematografari”. Da qui sono passati star e registi di fama come Elio Petri, Damiano Damiani, Nanni Moretti, lo stesso Tornatore, Qui è stata vissuta l’esperienza del Cineclub quando era forte la tendenza a organizzare gruppi di interesse e coinvolgere esperti cinefili nel confronto attorno ai film del momento. Ma questo è stato anche uno spazio culturale nel quale sono stati organizzati eventi e confronti con personaggi di primo piano del panorama culturale: da Dacia Maraini a Vincenzo Consolo, da Michele Perriera a Pasquale Scimeca. Tanto per fare qualche nome. E qui si svolgono ancora eventi come le rappresentazioni di spettacoli, opere e balletti in collegamento con le capitali europee, incontri con autori ma anche con personaggi della vita politica e sociale come Achille Occhetto.
Da qui il cinema Di Francesca riprenderà il suo cammino e la sua storia. Avrà, assicura Giovanni Cristina, una nuova vita mantenendo il fascino del tempo. L’ambiente è stato rinnovato e si è fatto più accogliente: i posti in sala sono stati ridotti per accrescere la comodità degli spettatori, i servizi sono stati ammodernati, la qualità delle proiezioni è stata migliorata con l’impiego delle attrezzature tecnologiche più avanzate.
Tutto questo è stato possibile con la partecipazione a un bando della Regione in favore delle sale storiche: il cinema Di Francesca è stato selezionato e ammesso al finanziamento anche se i contributi regionali non sono ancora arrivati. Una parte della spesa proviene dalle risorse della famiglia.
Intanto si riparte. La sala ha fatto in tempo a programmare alcune proiezioni prima della chiusura estiva partecipando alla campagna promossa dal ministero dei Beni culturali che fissa in 3,50 euro il costo del biglietto a carico dello spettatore. Altri 3 euro saranno pagati dallo Stato.
È un’altra misura che mira a sostenere le sale storiche sopravvissute alla minaccia di internet e tv.