ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Sgarbi è incandidabile
ma lui non vuole ritirarsi
Stop alla candidatura per il caso Salemi
Vittorio Sgarbi non potrà essere candidato a sindaco di Cefalù dopo le vicende che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose il Comune di Salemi.
Lo ha stabilito la sezione civile del tribunale di Marsala, sulla base di un ricorso del ministero dell'Interno. Ma il critico di Ferrara non ci sta, e informa immediatamente tramite il proprio ufficio stampa che non intende ritirarsi: "Rispetto alla decisione della sezione civile del Tribunale di Marsala Vittorio Sgarbi resta candidabile. Ogni valutazione di merito, e non meramente formale come quella del Tribunale di Marsala, è rimandata alla corte di appello di Palermo presso la quale gli avvocati del critico d'arte proporranno reclamo".
I giudici hanno tenuto presente una norma del testo unico sugli enti locali (articolo 143 della legge 267 del 2000) la quale stabilisce che “gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo”.
Quella del tribunale di Marsala è la prima istanza. La dichiarazione di incandidabilità - in questo Sgarbi non ha torto - scatta quando la sentenza diventerà definitiva. Resta in ogni caso un problema politico. In caso di elezione si aprirebbe una fase amministrativa incerta. Potrebbe culminare con un successivo scioglimento anticipato del consiglio e della giunta.
La decisione dei giudici di Marsala si basa sui risultati di un'ispezione disposta a suo tempo dal ministro dell'Interno del governo Berlusconi. La relazione degli ispettori sottolinea che a Salemi c'è stato uno "sviamento dell'attività amministrativa''. Esso è stato "reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio di Salemi; lo stesso primo cittadino ha peraltro piu' volte legittimato e delegato un ex politico (Giuseppe Giammarinaro, già sorvegliato speciale e sottoposto a sequestro preventivo dei beni, per 35 milioni di euro) alla gestione dell'attività amministrativa dell'ente'".
La notizia della decisione sulla incandidabilità di Sgarbi è stata accolta "con soddisfazione" dai senatori del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che avevano presentato un'interrogazione parlamentare nella quale il caso veniva sollevato. "Apprendiamo dell'intenzione di Sgarbi di voler insistere, proponendo ricorso contro la decisione del tribunale. Non possiamo che invitarlo a farsene una ragione, e comunque - aggiungono - tiriamo un sospiro di sollievo perché, sebbene non avesse chance di vittoria, la sua esclusione evita turbative alla campagna elettorale dovute alle sue frequentazioni".
Questa vicenda non è l'unica nota dolente per Sgarbi. Il 30 giugno infatti anche il mandato di Vittorio Sgarbi quale Alto Commissario per la Villa Romana del Casale scade, come scritto nella Finanziaria appena approvata dalla Regione Sicilia , e non verrà riconfermato. Esce di scene colui che avrebbe dovuto riportare la Villa al suo antico splendore in poco tempo e che finisce il suo mandato proprio tra le polemiche per i ritardi accumulati. Sgarbi era arrivato a Piazza Armerina, subito dopo l’insediamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Maurizio Prestifilippo, salutato come una salvatore della patria che in poco tempo avrebbe trasformato la città in un centro della culturale mondiale. Il critico d’arte portò con se una squadra per mettere subito mano al restauro della Villa romana del Casale per cui , in maniera rocambolesca e inaspettata, la regione aveva concesso un cospicuo finanziamento. Nelle recenti polemiche Sgarbi è stato accusato di non aver
sorvegliato come avrebbe dovuto i lavori di restauro, sia della copertura che dei mosaici, per cui il mancato rinnovo dell’incarico , oltre ad essere una conferma della riapertura della Villa in tempi brevi, smentisce il critico d’arte che nei giorni scorsi aveva parlato di tempi lunghi per la consegna dei lavori. Tempi davvero duri per il critico d'arte. Ma forse solo perché i proverbi on sbagliano. Chi semina vento raccoglie tempesta.
20.04.2012
Paola Castiglia