L’AGITATA CAMPAGNA PER LE AMMINISTRATIVE
Cefalù, Sgarbi manda in pezzi
l’accordo tra Sel e Caliò
Il candidato: sono solo screzi locali
Un annuncio secco di poche righe: Sel, il partito di Nichi Vendola, ritira l’appoggio alla candidatura di Mauro Caliò come sindaco di Cefalù. È l’epilogo di un travaglio provocato dalle “uscite” dell’architetto, che è intervenuto alle manifestazioni di due candidati concorrenti: Edoardo Croci e Vittorio Sgarbi. Già il suo intervento sul palco in cui Croci incontrava i suoi elettori aveva suscitato qualche perplessità nel gruppo dirigente locale di Sel. Poi sabato Caliò ha ripetuto la sortita, e stavolta è andato oltre lo scambio di cortesie. Con Sgarbi ha ingaggiato un duetto e con lui si è ritrovato attorno alla promessa di essere l’uno assessore dell’altro. Il caso ha subito agitato i rapporti tra il gruppo di “Cefalù possibile”, di cui Caliò è espressione, e Sinistra e libertà. Sel non ha gradito le apparizioni di Caliò alle manifestazioni dei candidati concorrenti. Le ha giudicate segnali di inaffidabilità politica.
I contatti di questi giorni non sono bastati a ricomporre i rapporti come non è bastata la nota dello stesso Caliò, pubblicata da un sito di informazione, nel quale il candidato di “Cefalù possibile” ha cercato di “sgombrare il campo da eventuali equivoci” , indotti da un “articolo poco imparziale”, escludendo la possibilità di “convergenze di alcun tipo” con il programma di Sgarbi.
Le spiegazioni di Caliò non sono state ritenute chiarificatrici da Salvo Vazzana, dirigente di Sel a Cefalù, che ha aperto un canale di discussione con “Cefalù possibile”. E alla fine ha concordato, spiega, “con gli organi dirigenti provinciali del partito di ritirare l’appoggio a Caliò”.
C’è un problema di metodo? “Non solo. C’è anche – dice Vazzana – un problema di sostanza. Avevamo concordato un progetto di profondo rinnovamento politico a Cefalù. Alcuni segnali ci hanno fatto intuire che non ci sono più le condizioni per un’alleanza elettorale”.
Il segretario provinciale di Sel, Sergio Lima, spiega che il caso è al centro di una riflessione degli organismi di partito. Aggiunge che l’appoggio a Caliò “nasce dalla condivisione di un ampio progetto di rinnovamento”, sempre valido, ma considera un “errore politico” la sua partecipazione alla manifestazione di Sgarbi.
“È quello che ho avuto modo di dirgli – sottolinea – nei nostri contatti telefonici. Si sappia, in ogni caso, che Sel lavora per riunire le forze del centrosinistra. Anche a Cefalù”.
E anche Caliò si fa sentire: "Vorrei chiarire, spero in maniera definitiva, di non avere mai scambiato promesse con il candidato Sgarbi relative ad assessorati. Personalmente non ritengo che l'episodio possa essere giudicato sintomo di inaffidabilità politica. Il nostro progetto parte dall'impegno per la città, come abbiamo dimostrato negli anni personalmente, e si basa anche sulla diplomazia e sulla capacità di dialogo che ritengo sia indispensabile per governare un paese senza che si creino fazioni avverse e divise da rancori personali. La mia credibilità come persona - aggiunge - è sempre stata basata sulla coerenza e pertanto giudico irrispettoso il tentativo di discredito posto in essere in maniera del tutto tendenziosa. Confido nel sostegno degli organi provinciali e regionali di Sel che sono sicuro sapranno guardare oltre questi screzi locali, per puntare a obbiettivi di più ampio respiro per Cefalù e per il comprensorio".
Ma forse il caso Caliò non è l’unico scossone della campagna elettorale. Se ne profila un altro che potrebbe investire Francesco Calabrese. Anche lui potrebbe essere caduto sulla strada di Sgarbi, con il quale si è schierato ritirando la sua candidatura per l’Udc. Il partito sta ora discutendo se prendere le distanze da Calabrese riprendendo il proprio simbolo per altre soluzioni elettorali.
22.03.2012
Riccardo Gervasi