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21.07.2020
Francesca Cicero*
  Francesca Cicero*
Non c’è cambiamento senza valori e principi saldi cui ispirarsi. Non ci può essere nessuna crescita civica se non sono riconosciuti a propri principi cui fare riferimento e verso i quali tendere costantemente.
L’esigenza di un cambiamento radicale spesso è avvertita non solo dalle giovani generazioni, ma anche da chi ha un sogno, una “visione”. Non a caso gli uomini e le donne che nella storia, hanno saputo imprimere grandi svolte sono stati visionari. In tutti i campi, - scientifico, economico, per non parlare poi di quello filosofico, letterario e in particolare dei diritti umani - a un certo punto è giunto ù, necessario, il cambiamento, la svolta, il più delle volte, veramente coraggiosa.
La politica, fenomeno umano senza pari, deve trovare il coraggio di fare autocritica e guardare al futuro come opportunità di cambiamento che, senza dimenticare il passato, guardi al futuro.
Il Pd di Castelbuono, nella volontà e di percorrere una strada nuova con gambe forti, occhi limpidi e menti libere, sente l’esigenza di avviare una rivoluzione culturale e politica capace di penetrare nel tessuto sociale di Castelbuono, fra la gente, per la gente.
Passeggiando per Castelbuono emergono le tante incongruenze e le distorsioni, anche del linguaggio, che non hanno prodotto alcuna crescita.
È tempo dunque di etica e di estetica, anche del comportamento (come la intendevano gli antichi greci), che educhi al rispetto dei cittadini, che apprezzi e spinga al dibattito critico e che sanzioni con fermezza gli attacchi verbali, le volte violente, di cui abbiamo ampia testimonianza. Quale etica è quella di chi, palesemente in conflitto d’interessi, governa la cosa pubblica e non si alza dal tavolo di lavoro quando il conflitto emerge? Ecco un buon punto, pungente certo, da cui partire. E ancora …
L’etica e l’estetica dei costumi, che non può tollerare l’infernale caos per le strade, congestionate dalle auto e povere di parcheggi, i parcheggi altro tassello; il rispetto per l’ambiente e il verde pubblico così oltraggiati e danneggiati negli ultimi tempi, fino a perdere la loro identità storica. Non è più tollerabile il libero, solitario arbitrio nel gestire il verde delle nostre strade, serve educare al rispetto per la bellezza, permettendo una fruizione consapevole degli spazi con un pensiero speciale rivolto ai bisogni delle mamme e dei bambini, tenendo conto anche e soprattutto delle loro richieste. L’etica di amministrare perché il Bene comune sia veramente “comune” e non “in comune”, perché alle promesse elettorali fatte ai lavoratori e ai disoccupati, alla scuola, alle madri e ai padri di questo paese, ma soprattutto ai giovani che sono il futuro, a quelle etiche promesse seguano fatti concreti.
L’Etica del rispetto istituzionale, per cui nessun uomo o donna delle istituzioni, faccia dei social la sua tribuna stampa su cui dibattere di vecchie ruggini mai dimenticate.
È giunto il tempo della Bellezza annidata nei nostri beni culturali, spolverati, raramente oggetto di una vera azione di restauro, ad uso di un consumistico e poco culturale turismo delle, consentiteci, tavolate, dimentiche delle necessità dei cittadini. È tempo che la fontana di piazza Margherita e quella gemella della Piazzetta abbiano lo stesso arredo urbano. Questo significa rispetto per il bene architettonico, questa sarà bellezza.
E ancora è tempo della cultura del garantismo, non quello fine a se stesso, come diceva Giovanni Falcone, con “la cultura del sospetto non è l’anticamera della verità, la cultura del sospetto è l’anticamera del komeinismo”.
C’è un primato della Politica che deve saper operare e discernere con valutazioni anche di opportunità relativamente a comportamenti e situazioni di cui è a conoscenza, perché la politica semplicemente viene prima. La politica deve arrivare prima con un giudizio autonomo e proprio ed un’azione non clientelare e senza abusi di potere ancorata a rigorosi principi di onestà, sobrietà e legalità per difendere la onorabilità e la sacralità della comunità e delle sue Istituzioni. Sempre.
Non possiamo più tergiversare sul piano Plastic Free, che non significa solo togliere dal commercio le cannucce di platica, ma avere una visione generale e una profonda attuazione alle norme già in vigore in tutta Europa a favore dell’ambiente.
Questo è il tempo per camminare a fianco delle scuole di Castelbuono, perché quei ragazzi che la scuola la vivono sono il nostro futuro e non meritano di essere presi in considerazione quando la loro numerosa presenza riempie qualche evento o premiazione.
È il tempo di dare spazi nei tanti palazzi comunali alle moltissime associazioni che rendono vivo il nostro paese tutti i mesi dell’anno, palazzi che desideriamo spalancati, vivi. È tempo di ripensare il piano urbanistico di Castelbuono, partendo dal rispetto della storia cioè nell’Area Castellana, ormai abbandonata all’incuria non solo del tempo.
È tempo di cultura, intesa come crescita e visione di una Comunità che deve e può ritrovare la propria identità solo se cammina insieme.
È tempo per la saggezza degli anziani di trasformarsi in libro di cultura e vita, di tradizioni e storia per i nostri ragazzi, perché lo sappiamo senza la storia non può esserci identità.
È tempo di una nuova sensibilità storica e umana, per cui se chiude dopo 100 anni il giornale storico di Castelbuono, incredibile archivio della vita paesana, la politica deve farsene carico invece di fare cadere la notizia nel silenzio più totale.
Per amarla e rispettarla Castelbuono se ne devono conoscere vizi e virtù, bisogna ricordare la sua, la nostra storia, senza pretese di suprematismo etico o umano contro qualcuno, ma sapendosi relazionare, avendo consapevolezza che nessuno è migliore perché arriva prima, ma perché è arrivato prima nel rispetto dei compagni di banco.
Non c’è più tempo per l’arroganza del potere che nasconde, diciamolo, solo nervosismo e difficoltà. Abbiamo bisogno di conversazioni pacate, critiche e che portino a soluzioni di compromesso che siano valide per tutti i cittadini e non solo per una parte, abbiamo bisogno di costruire, non più di demolire.
È questo il momento di riconoscersi in questi valori, di farli diventare “lievito” per far crescere una nuova Castelbuono che sia responsabile, competitiva, competente, serena e di esempio, in una parola, che sappia di buono. Cominciamo da qui, per scrivere insieme un nuovo progetto politico e culturale per il nostro paese, con coraggio e ambizione per immaginare, prima e realizzare, poi, i nostri prossimi trenta anni.
* Componente della segreteria provinciale del Pd di Palermo
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