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Cefalù, Sollima regala grandi emozioni per Cicero

Erano tutti commossi prima ancora che Giovanni Sollima iniziasse il suo concerto. Il ricordo di Salvatore Cicero è sempre più struggente a 40 anni dalla scomparsa del violinista che ha lasciato una traccia profonda nella scena musicale in Sicilia negli anni Sessanta e Settanta. A lui era dedicata la serata che ha portato tante persone al castello Bordonaro per seguire il concerto appassionato di Sollima che di Cicero era stato allievo ai tempi dei Giovani cameristi siciliani. Tra quei giovani musicisti c’era anche Giovanni Sollima, destinato a una carriera artistica di richiamo internazionale. Con Giovanni Perriera e lo stesso Cicero, il padre Eliodoro aveva fondato il Trio di Palermo. Quel rapporto andava oltre la dimensione artistica per diventare familiare. Anzi “intimo”, ha sottolineato Maurizio Cicero, figlio del grande violinista. Il ricordo dell’artista e della sua vita improvvisamente spezzata è stato, prima del concerto, il momento più coinvolgente degli interventi del sindaco Daniele Tumminello e di Giovanni Cristina a nome degli Amici della musica. Cristina, che non ha potuto trattenere la sua emozione, ha richiamato le tappe cruciali della carriera di Cicero, che per restare in Sicilia aveva rinunciato perfino al posto di primo violinista della Scala di Milano. Il suo valore era stato colto subito da Roberto Pagano (critico del Giornale di Sicilia) e da Gioacchino Lanza Tomasi che scriveva su L’Ora e più recentemente da Piero Violante su Repubblica. Erano giudizi che hanno accompagnato, ha ricordato ancora Cristina, le altre tappe di una carriera finita troppo presto. Tumminello ha richiamato la sua “infaticabile e intelligente attività di relazione con le scuole e gli altri luoghi della formazione”. La sua “conduzione dei musicisti al di fuori dei circuiti specialistici portò a una rinnovata attenzione, fresca e curiosa, di tantissimi verso le performance dei maestri della musica e dei loro allievi”. Cefalù ne custodisce l’eredità non solo artistica ma anche umana. Al castello Bordonaro c’erano infatti tanti giovani che non hanno neppure conosciuto Cicero. Lo stesso sindaco ha raccontato che quando il musicista scomparve lui aveva appena un anno. Sollima ha riaperto memorie, ricordi, percorsi condivisi e tramandati. Con un coinvolgimento emotivo esaltato dalle emozionanti capacità espressive di Sollima che non è solo un violoncellista virtuoso ma anche un compositore ricercato. Non potevano così mancare alcune sue composizioni come Hell I, Natural Songbook nn. 1, 4 e 6 e Fandango (after Boccherini). Il programma della serata ha proposto anche “Canto agreste” dalle musiche di scena per Edipo a Colono (1975) di Eliodoro Sollima, il padre di Giovanni, i Capricci nn. 1 e 8 di Giuseppe Clemente Dall’Abaco e la Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009 di Johann Sebastian Bach. Non c’è stato un attimo di tregua in una serata piena di colori e di emozioni. Era un tributo dovuto alla memoria, gioiosamente evocata, di un artista intramontabile.
04.08.2022