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Dure polemiche per il nuovo telescopio su monte Mufara

Sabato protesta di ambientalisti
Lo scontro si sta facendo duro. Prima la convocazione di una marcia a Piano Battaglia, poi piccoli gesti vandalici sui cartelli del Parco delle Madonie. E una coda di repliche e controrepliche. Questa è la battaglia per il nuovo telescopio che sarà installato su monte Mufara, in una delle aree a più alta vocazione ambientalistica. E sono proprio gli ambientalisti a soffiare sulla protesta. Al centro del caso è il telescopio FlyEye, “occhio di mosca”. L’agenzia spaziale europea (Ase) e quella italiana hanno progettato di piazzarlo su monte Mufara a quota 1850 metri. La struttura dovrebbe essere collegata con il polo astrofisico Gal Hassin di Isnello che da anni svolge attività di divulgazione scientifica e di osservazione. Il progetto, che costerà 27 milioni di euro, è stato prima annunciato e poi, l’estate scorsa, presentato al polo di Isnello ma negli ultimi giorni ha sollevato un vespaio. Varie sigle ambientaliste (Legambiente, Cai, Lipu, Wwf) hanno protestato per la scelta del sito e hanno indetto per il 23 aprile a Piano Battaglia una marcia-escursione per dire no alla realizzazione della nuova struttura in un’area che ricade nella zona più protetta del Parco delle Madonie ora esposta al rischio di “subire un grave oltraggio”. Gli ambientalisti denunciano anche poca trasparenza, procedure non corrette e interventi invasivi: sarà occupata una superficie di oltre 800 metri quadrati, di cui 360 per un piazzale, e un volume di quasi 4 mila metri cubi. In questi giorni sono stati anche imbrattati cartelli del Parco con la scritta: “No FlyEye”. Sia il presidente del Parco, Angelo Merlino, sia il presidente del Gal Hassin, Pippo Mogavero, hanno condannato i gesti vandalici rivendicando una disponibilità al dialogo. Mogavero ha difeso con accenti sostenuti il progetto per un impianto considerato come uno dei più avanzati. "Le sue caratteristiche – dice il presidente del Gal Hassin – sono fondamentali per accelerare il tasso di scoperta degli asteroidi vicini alla Terra, potenzialmente pericolosi per la vita sul nostro pianeta". La maggior parte delle scoperte di questi corpi, aggiunge, è stata fatta dagli osservatori americani. Si tratta ora di riequilibrare " il gap tecnologico". Per attivare il nuovo "occhio spaziale" non sono progettate opere invasive. Non sono previste strade asfaltate e la scelta di monte Mufara è provocata dal fatto che questi telescopi non possono essere collocati a quote basse o nelle vallate. È una ricerca utile? Ai dubbi degli ambientalisti Mogavero risponde a muso duro. Parla di “trionfo dell’ignoranza” che si contrappone alla conoscenza e a una “lotta tra l’oscurantismo e la civiltà, tra la stupidità e l’intelligenza”. LEGAMBIENTE CONTRO CHI IMBRATTA – Legambiente prende le distanze da chi ha vandalizzato cartelli del Parco delle Madonie. "Qualcuno – si legge in una nota – ha impunemente preso di mira la dotazione dei pannelli divulgativi del Parco delle Madonie imbrattandoli con scritte a vernice spray e danneggiandoli in modo irreparabile. Sebbene le scritte siano legate a una protesta contro la costruzione di un nuovo osservatorio astronomico sulla Mufara, la forma di protesta ci appare non solo distante anni luce dalle nostre modalità di comunicazione ma è essa stessa un grave crimine che va denunciato alle autorità e perseguito come da legge, oltre che aborrito da chi, come Legambiente, ha a cuore la natura del Parco delle Madonie e quanto fatto sin qui per avvicinare il grande pubblico a questa perla del patrimonio siciliano". "Manifesteremo pacificamente il prossimo 23 aprile – aggiunge l’associazione ambientalista – per difendere la Mufara da quello che ci pare essere un ennesimo sfregio alla fragile bellezza madonita, ma lo faremo ripudiando atti e modi che divengono essi stessi criminali".
19.04.2022