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Storia di Vitale, vescovo di Cefalù nel XV secolo

Emerge dagli archivi la figura poco esplorata di un grande umanista, Francesco Vitale da Noia, che fu vescovo della diocesi di Cefalù tra il 1484 e il 1495. Ne parlerà don Pietro Piraino, direttore dell’archivio storico diocesano e attento studioso della storia locale. La conferenza, organizzata dalla sezione di Archeoclub, si terrà il 18 marzo alle 16:00 nella sala parrocchiale della chiesa dello Spirito Santo, in via Cirincione 2. Maestro di arti liberali, e poi ecclesiastico e diplomatico di rango, Vitale venne educato a quanto pare nella cerchia di Alfonso il Magnanimo. Fu ambasciatore di Ferdinando il Cattolico, quindi vescovo di Cefalù. Numerose fonti ne descrivono anche l’attività poetica e di studioso. Di lui si conosce la data di morte: 14 aprile 1492 a Valenza. Ma si hanno notizie biografiche molto scarne sulla sua attività come vescovo di Cefalù. Secondo don Pietro Piraina “la cosa è da ritenere particolarmente strana, visto il calibro della personalità del Vitale e tenuto conto della sua residenza nella sede vescovile in un tempo in cui l’ufficio di vescovo era da molti presuli considerato come un ‘beneficio in commenda’ da amministrare per mezzo di un procuratore”. Recenti pubblicazioni, aggiunge don Piraino, hanno messo in evidenza una attività di committenza artistica o almeno di consulenza di Vitale per la realizzazione di opere d’arte nel territorio diocesano. “Lo studio dei documenti custoditi nel Tabulario della chiesa cefaludense e nel fondo Capitolo dell’Archivio storico diocesano – aggiunge – ha rivelato la presenza di un notevole numero di carte relative al Vitale che, all’analisi, si sono rivelate vere fonti inedite, capaci di dare luce, se non completa, almeno più approfondita alle vicende del diplomatico e presule, e di riconsegnarlo alle attenzioni degli studiosi per l’interesse che merita nel quadro dei suoi contatti, delle sue relazioni, del suo impegno culturale, politico e pastorale”.
17.03.2022