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UN PERCORSO ARISTICO AL MANDRALISCA

Mostre, le vite al confino di 45 omosessuali catanesi

Alla Galleria foto e pièce teatrale
"Vite al confino" è un percorso artistico per raccontare il confino di 45 omosessuali catanesi nel 1939. Il 12 giugno a Cefalù viene inaugurata al museo Mandralisca alle ore 18 l'installazione di video e disegni dell'artista Pupi Fuschi. Alle 19 presso il cortile interno del ristorante Galleria caffè letterario, la pièce teatrale dell'attore Vincenzo Crivello accompagnato dai pupi della memoria di Angelo Sicilia e Giuseppe Quolantoni. Visibile al pubblico, sempre presso lo spazio esterno della ristorante Galleria caffè letterario, la mostra fotografica "L'isola degli arrusi, 1939" di Luana Rigolli. L'ingresso è gratuito. Nei primi due mesi del 1939 quarantacinque omosessuali di Catania e di alcuni paesi della sua provincia furono arrestati e mandati al confino sull'isola di san Domino, nelle Tremiti. Le loro storie sono state ricostruite e raccontate nel libro di Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio “La città e l’isola, pubblicato da Donzelli editore nel 2006. In tutta Italia sotto il Fascismo furono arrestati e mandati al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuale. Tra tutte le province italiane, Catania spiccò per la quantità di arresti: il questore della città, Alfonso Molina, si mostrò molto scrupoloso e ligio nella sua “caccia” agli omosessuali. I 45 catanesi erano uomini tra i 18 e i 54 anni, arrestati con l'accusa di “pederastia passiva”, sottoposti a visite mediche che ne attestassero la colpevolezza e mandati tutti al confino a San Domino insieme a un'altra cinquantina di omosessuali provenienti dal resto d'Italia. Confino che sarebbe dovuto durare cinque anni, con l'accusa di reati contro il buon costume e l'integrità della razza. Gli omosessuali di Catania venivano chiamati in città “arrusi”, o “jarrusi”. Negli anni Trenta la parola “arruso” stava a indicare l'uomo omosessuale che in genere nel rapporto assumeva il ruolo passivo. E solo i passivi vennero arrestati, mentre chi nei rapporti omosessuali assumeva il ruolo attivo non subì alcuna persecuzione in quanto veniva considerato un maschio. Nell'isola di San Domino gli “arrusi”, catanesi e non, rimasero confinati fino al 7 giugno 1940, quando partirono per far ritorno nelle loro città: con l'inizio della guerra le strutture di San Domino sarebbero dovute servire al regime per il confino di oppositori politici, considerati più pericolosi di questi omosessuali che videro la loro pena commutata in un biennio di ammonizione. Nella ricerca – dice Luana Rigolli – ho cercato di ricostruire fotograficamente i luoghi in cui questi “arrusi” si incontravano a Catania prima degli arresti, e i luoghi di confino sull'isola di San Domino. Ho fotografato le schede biografiche, i documenti riguardati l'arresto, le visite mediche e le suppliche presso l’Archivio Centrale dello Stato”. L'attore Vincenzo Crivello nel 2000 scopre questa storia e durante il giorno della memoria il 27 gennaio 2021 durante una riflessione con l'artista Pupi Fuschi e il puparo Angelo Sicilia, immagina e propone un evento multiforme, un percorso tra recitazione, disegni, fotografie e parole per mettere in scena i fatti accaduti nel 1939. Nasce così "Vite al confino", la rappresentazione della storia di tutti i pregiudizi di genere attraverso la storia di un gruppo di uomini gay vittime delle persecuzioni fasciste. Il racconto di una storia, recitata da Vincenzo Crivello, disegnata da Pupi Fuschi, fotografata da Luana Rigolli e animata dai pupi di Angelo Sicilia. L'evento è prodotto dal ristorante Galleria caffè letterario e si realizza con la collaborazione della vice presidente del museo Mandralisca, Laura Gattuso. «Quando si ha l'urgenza di raccontare una storia, di dire qualcosa, il modo si trova sempre. Questa storia - racconta Vincenzo Crivello - l'ho scoperta per caso quando nel 2000 andai in vacanza alle Tremiti. Mi appassionai molto all'argomento perché è un fatto praticamente sconosciuto e cominciai a fare diverse ricerche. È una storia che merita di essere raccontata». LA MOSTRA DI DISEGNI. Di Pupi Fuschi saranno esposti 13 disegni nati dall’invito rivolto all'artista di interpretare con bozzetti i personaggi protagonisti del racconto. Volti accennati, caricature semplici che centrano i lineamenti fondamentali e distintivi di ogni personaggio. A corredo dei bozzetti ci sarà una video installazione con le parole dell'attore Vincenzo Crivello registrato il 27 febbraio, video che sarà proiettato senza interruzione. Pupi Fuschi è nata a Palermo nel 1970. Nel 1997 si è laureata all'Accademia di Belle Arti di Palermo in pittura Si è occupata di restauro pittorico, design di gioiello e arredamento d'interni, dal 2007 non ha mai abbandonato la pittura esponendo in Italia e all'estero. Copywriter, free lance, collabora e crea progetti di comunicazione e illustrazione. A Palermo è rappresentata dalla galleria Raffaello centro d’ arte. Vive e lavora tra la campagna di Gibilmanna e Palermo. I PUPI. I pupi dell'Officina artistica Roncisvalle, nata da un’idea di Giuseppe Quolantoni e Angelo Sicilia, è un’associazione di artisti che vuole rilanciare l’antica arte dei pupi siciliani attraverso la promozione di un laboratorio e mostre dei pupi. L’idea della costituzione del laboratorio nasce dalla dichiarazione dell’Unesco del maggio 2001 che ha proclamato l’Opera dei pupi siciliani “Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”.
07.07.2021