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MOSTRA DI UNDICI ARTISTI A CEFALÙ

Storie e tempi di una Sicilia raccontata in bianco e nero

Scatti che esprimono un modo profondo di sentire e vivere la Sicilia. Sono quelli che compongono la mostra “Undici fotografi siciliani” inaugurata presso “Le petit tonneau – Winery & Putìa”, in via Cala Grande, a Cefalù. È una collettiva in cui ogni artista espone due foto, tutte in bianco e nero. Sicilia in bianco e nero, nelle ampie vedute e nei dettagli, nelle strade e nei volti, nel mare e nelle rocce, nel mondo di oggi profondamente radicato nel passato, ancora visibile in ogni angolo della nostra terra, in ogni vicolo, in tante abitudini, negli usi della gente di Sicilia. Sicilia in bianco e nero, perché l’assenza di colore risulta più evocativa della ricchezza cromatica, suggerisce oltre a raccontare, riconduce a una dimensione atavica a cui tutti, con maggiore o minore consapevolezza, siamo indissolubilmente legati. Sicilia in bianco e nero per valorizzare ogni dettaglio, attraverso le infinite sfumature di grigio che conferiscono un carattere più languido alle immagini, come languida è la Sicilia, con i suoi tempi lunghi, le sue attese, le sue memorie, i suoi abbandoni; sfumature di una banda larga che conferiscono volume enfatizzando i corpi, ma alleggerendoli al contempo. Sicilia in bianco e nero perché, talvolta, il colore può disturbare e distrarre, può essere invadente e distogliere l’attenzione dal soggetto ritratto; ma il gioco di luci e ombre, se colto con sapienza, può regalare alla mente i colori che non ci sono e realizzare il sogno, si potrebbe dire esistenziale, di fermare il tempo in uno scatto. Il bianco e nero è una scelta stilistica importante quando si vuole andare oltre la superficie e scavare nelle viscere della realtà, in quel mondo di luci e ombre che non sono altro che le luci e le ombre dell’animo umano: solo dallo scavo in profondità è possibile fare emergere una storia, o tante storie. E tante sono le storie raccontate dalle immagini di questa collettiva fotografica. Sono storie di devozione religiosa, di antichi mestieri che tentano ancora di resistere alle pressioni della produzione industriale, di “persone antiche” nei modi e nell’abbigliamento; storie di tende a fili che schermano ma non troppo e che invece di separare creano un limite sfumato tra il dentro e il fuori, di donne che trascorrono il tempo nel labile confine tra interno ed esterno della casa, che stanno fuori ma con estrema ritrosia, di volti nascosti o velati e di volti aperti alla vita, di mani segnate dal tempo e che sanno raccontare senza parole in ogni loro gestualità; storie di paesaggi ampi e di luoghi carichi di mistero; storie legate al passato, ma in cui il presente entra con prepotenza, con una mascherina che un bimbo sistema su un’immagine riportandoci alla realtà odierna e alle nostre responsabilità, o con un funambolo moderno che ci suggerisce che per l’uomo non è difficile arrivare in alto, il difficile è restarci in equilibrio tra il desiderio di volare e la necessità di rimanere ancorati alla Terra e alle sue leggi. La mostra è promossa da “Master Photographers” ed è stata curata in particolare da Angelo Chiello, che si è occupato della selezione delle foto e dell’allestimento dell’esposizione. Fotografi partecipanti: Francesca Cancilla, Roberto Cannizzaro, Angelo Chiello, Tiziana Dipietro, Mariarosaria Giaimo, Luigi Piazza, Giuseppe Rajmondo, Danila Saja, Matteo Taormina, Rossella Tumminello, Ezio Vicari. La mostra sarà visitabile sabato e domenica prossimi, a partire dalle ore 18.00.
28.06.2021
Rosalba Gallà