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Blutec, nessun passo avanti Ora il futuro si fa più nero

Venerdì l’assemblea dei sindacati
Un’altra fumata nera per la sorte dei lavoratori della Blutec. Il sindaco Maria Terranova rilancia la richiesta di interventi di sostegno e i sindacati sono mobilitati: hanno convocato per venerdì alle 9:30 un’assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento di Termini Imerese. C’è grande delusione per l’esito della videoconferenza convocata dal Ministero dello sviluppo economico. All’incontro erano presenti, oltre ai rappresentanti del Mise, i sindacati, i commissari straordinari della Blutec e il sindaco Maria Terranova anche in rappresentanza del comitato dei sindaci. “Dall’incontro è emersa una totale mancanza di soluzioni concrete”, afferma Maria Terranova. "I commissari ci hanno informato che, per tutte le unità produttive, eccetto quella siciliana, stanno arrivando interessamenti che rendono fiduciosi sulla possibilità di dare tutela occupazionale ai lavoratori coinvolti, mentre, per il sito siciliano, le manifestazioni di interesse pervenute sono state definite ancora non solide dagli stessi commissari Blutec. E noi lo avevamo detto già in tempi non sospetti". Intanto il 16 maggio scade il termine entro il quale il Ministero si dovrà pronunciare in merito al piano industriale. Questo rischia di determinare la conclusione dell’amministrazione straordinaria e la fine della tutela degli ammortizzatori sociali prevista per il prossimo 30 giugno. “Abbiamo chiesto, in mancanza di soluzioni all'orizzonte, la proroga – conclude il sindaco – della amministrazione straordinaria necessaria per valutare nuovi interessamenti al sito produttivo e che Governo e Regione siciliana facciano fronte comune in modo serio". Moltto critici i sindacati. "Alle spalle abbiamo dieci lunghi anni di sofferenza a Termini Imerese, però non siamo mai arrivati a questo punto. I governi precedenti sono responsabili della mancata reindustrializzazione, il governo 'dei migliori' guidato dal premier Draghi non può staccare la spina mettendo la parola fine, facendo pagare il conto dei fallimenti a mille lavoratori", dice il segretario della Fiom in Sicilia, Roberto Mastrosimone. "Sarebbe gravissimo - aggiunge - che nel pieno della crisi pandemica il governo buttasse in mezzo a una strada mille operai e le loro famiglie, soprattutto dopo la stesura del Recovery plan e le decine di miliardi di euro che arriveranno al Sud". La Fiom ha quindi rivolo un nuovo appello al governo Draghi e al governo di Nello Musumeci "perché trovino una soluzione per scongiurare la fine della reindustrializzazione con la ricerca di aziende anche pubbliche per salvare mille persone dal baratro".
27.04.2021