Autonomia differenziata,
no dell’Unione Madonie
"Aumenta distanze tra Nord e Sud"
L’Unione Madonie è fortemente contraria al progetto di autonomia differenziata di cui è promotore il leghista Roberto Calderoli. L’Unione chiede quindi il ritiro del disegno di legge e invita il presidente dell’Assemblea regionale siciliana a convocare una seduta del Parlamento siciliano sull’attuazione degli art. 37 e 38 dello Statuto regionale.
La presa di posizione dell’Unione Madonie, a cui aderiscono 17 comuni, nasce dal fatto che l’approvazione della legge “inciderà profondamente sull’assetto istituzionale del Paese e anche sulla vita delle persone, aumentando le distanze tra il Nord e il Sud, le disuguaglianze sociali, la disparità dei diritti”.
Le regioni a statuto ordinario, invocando il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, possono richiedere la competenza fino a 23 materie che oggi sono di pertinenza esclusiva dello Stato. Tra queste sono scuola, università, ricerca, sanità, grandi reti e infrastrutture del trasporto e della navigazione, previdenza complementare e integrativa, energia, aziende di credito a carattere regionale. È un elenco solo parziale che illustra, sottolinea l’Unione, “la portata di un processo di devoluzione potenzialmente incontrollato e certamente irreversibile col Parlamento esautorato di fatto delle sue funzioni”.
“Siamo difronte a un progetto dagli esiti imprevedibili – afferma il presidente dell’Unione Madonie, Pietro Macaluso - che stritolerà in modo particolare i Comuni e soprattutto il cittadino che nei suoi spostamenti anche all’interno del Paese dovrà fare i conti con norme diverse da Regione a Regione”.
Per evitare questa spinta verso un forte regionalismo, contro la centralità dello Stato, i sindaci delle Madonie parteciperanno alla manifestazione nazionale che si terrà a Napoli il 17 marzo.
Intanto, in questi giorni, tutti i consigli comunali facenti parte dell’Unione stanno approvando un documento con il quale chiedono al Presidente dell’Ars di convocare una seduta dell’Assemblea che abbia all’ordine del giorno l’attuazione degli art. 37 e 38 dello Statuto della Regione Siciliana (riguardano le imposte che pagano le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione); di chiedere il ritiro del disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata; di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione, prevedendo una limitazione alle regioni di poter richiedere nuove competenze. Si chiede anche l’introduzione di una clausola di supremazia a tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica, la definizione degli strumenti perequativi e l’eliminazione delle attuali diseguaglianze, come già previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale.
06.03.2023