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Pizzo e droga, 13 arresti
tra i clan delle Madonie

S'indaga pure su un abuso sessuale
Un altro blitz contro clan delle Madonie che gestivano anche il racket del pizzo. Lo hanno compiuto i carabinieri della compagnia di Cefalù, insieme con lo squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia e al nucleo cinofili del comando provinciale di Palermo. Eseguiti 13 provvedimenti cautelari: cinque in carcere e otto agli arresti domiciliari. Li ha disposti il gip di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga. Ma si indaga anche su abusi sessuali che uno degli arrestati avrebbe compiuto ai danni di una ragazza di 15 anni.
L'abuso sarebbe stato ripreso attraverso una videocamera piazzata nel terreno dell'uomo. Le immagini lo riprendono mentre cerca di avere rapporti con la ragazzina. La vittima fa passi indietro per sottrarsi all'aggressione. Un filone di indagine coinvolge l'anziano padre dell'uomo che avrebbe ripetutamente aggredito e picchiato la moglie e la figlia.
Il provvedimento della magistratura scaturisce da un’articolata attività investigativa condotta nel biennio 2020-2022, che ha interessato i mandamenti mafiosi di Caccamo/Trabia (con particolare riferimento alle famiglie di Cerda e Termini Imerese) e quello di San Mauro Castelverde (con riguardo alle famiglie di Campofelice di Roccella e Collesano).
Le indagini della compagnia di Cefalù hanno consentito di raccogliere gravi indizi, accolti nel provvedimento cautelare, in ordine all’operatività del sodalizi criminali che, mediante la forza d’intimidazione derivante dal vincolo associativo, si imponevano nel panorama sociale ed economico locale. Sono state infatti documentate richieste estorsive a imprenditori dei settori edile, immobiliare, agricolo e delle onoranze funebri. I gruppi criminali miravano a ottenere un ingiusto profitto destinato anche al supporto economico dei vertici del mandamento, uno dei quali già sottoposto a regime cautelare in carcere per associazione di stampo mafioso.
28.02.2023

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