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L’anima di un “antro”

Un ricordo, quanti ricordi. Suonavamo la campanella per entrare, eravamo tanti ragazzi, noi un po’ più grandicelli, ma con tanta voglia di ridere; tu con i tuoi amici eravate l’anima di un “antro” in via 25 Novembre. Non a caso l’avete chiamata “La caverna”: era veramente tale. Da lì sei partito Nico! E quanta strada hai fatto. E quante risate hai regalato ad un pubblico non limitato a quello locale. Nel privato poi quanti “verbali” hai scritto e con essi quanta storia giornaliera, di uno dei tanti giorni di spensieratezza cammaroniana e divertimenti, hai tramandato. E quanta storia poi hai scoperto e consegnato a un futuro che purtroppo per te è finito. E chissà se ci sarà ancora qualcuno, come te, grande topo di biblioteche e di archivi ecclesiastici, che possa continuare ciò che tu hai fatto per Cefalù e per tutti noi. Ma il tuo ricordo non si spegnerà. Resterai per noi tra i Grandi di Cefalù. Ora sono sicuro che lassù, insieme a Pio, stai ricostituendo in piccolo un duo che divertirà coloro che ci hanno preceduto nel “grande passaggio” e soprattutto penso che l’Elite, chiamiamola “locale”, ovvero Santi e Padreterno con piacere ascolteranno le tue battute e soprattutto la ricetta della “pasta con le sarde”. Naturalmente per le prime colazioni e per le merende dell’Aldilà non dimenticherai certo come si “costruisce” un panino con la “mimmillata”. E poi forse verrà chiarito con un lodo – sicuramente non alfanesco – l’amletico dubbio: “Ci fazzu a canzoncina o ci fazzu ‘a poesia?”. Ora sei là. E forse anche là ci sarà una “caverna”. O forse l’hai già ricreata. Sei stato grande! Sei stato un “cavernicolo”. E che dirti di più se non un “arrivederci”.
24.10.2010
Antonino Di Vincenzo