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Misteri di droga dietro i sub morti tra Cefalù e Tusa

Le indagini di cinque Procure
Potrebbe esserci una storia di droga dietro il caso dei sub ritrovati morti – uno a Cefalù, l’altro a Castel di Tusa – fra il 31 dicembre 2019 e l’8 gennaio. Entrambi indossavano una tuta, entrambi avevano tatuaggi. E uno indossava scarpe da tennis. Le loro identità non sono mai state ricostruite anche perché non ci sono denunce recenti di scomparsa di persone. Che c’entra la droga? Il nesso che apre uno scenario molto particolare è rappresentato dal ritrovamento di 98 chili di hashish in tre punti diversi e tra loro lontani: il litorale di Capo d'Orlando, una frazione balneare di Castelvetrano e la spiaggia di San Leone ad Agrigento. La sostanza era confezionata in panetti e contenuta in sacchi di juta preparati per un eventuale galleggiamento. Sommando il valore dei tre carichi distribuiti in posti diversi si arriva a un milione di euro. Da qui le ipotesi sulle quali stanno indagando cinque Procure: Agrigento, Trapani, Termini Imerese, Patti e Messina, nei cui territori sono stati effettuati i ritrovamenti. L'ipotesi principale è che i due morti, recuperati a 30 chilometri di distanza uno dall'altro, si trovassero sulla stessa imbarcazione che stava trasportando un grosso carico di hashish, finito in mare a causa delle turbolenze e del mare agitato. L’ha avanzata il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che coordina le indagini sul ritrovamento del secondo sub (del primo si occupa la Procura di Termini Imerese. "Non è escluso - afferma in un'intervista a Repubblica Palermo - che quei due uomini possano essere vittime di un naufragio causato dal vento di maestrale che nei giorni in cui sarebbero morti ha colpito le nostre coste. L'altra ipotesi è che i due siano caduti in acqua da una imbarcazione in difficoltà e che anche la droga ritrovata poi in tre diverse spiagge sia finita in mare. Ovviamente stiamo parlando di ipotesi tutte da verificare". La ricerca della verità si scontra con la carenza di elementi importanti. Non ci sono infatti tracce di naufragi. Resta il mistero sulla sorte di altri eventuali compagni di viaggio dei due sub: c’erano e sono pure loro annegati o si sono salvati? E, in tal caso, dove sarebbero andati a finire? A complicare le indagini c’è l’assenza di denunce: e questo lascia pensare magari che si tratti di stranieri.
12.01.2020