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FINO AL 26 NOVEMBRE ESPOSTO CON L'ALTRO RITRATTO

Cefalù, l’Antonello tornato in compagnia del “fratello”

L’Antonello è tornato al Mandralisca in compagnia del fratello. Chiusa la mostra di Milano, il Ritratto d’uomo ha ripreso il suo posto a Cefalù con un ospite d’eccezione: l’altro Ritratto d’uomo della collezione Malaspina dei Musei civici di Pavia. I due capolavori di Antonello saranno esposti al Mandralisca insieme dall’8 giugno al 26 novembre. Il progetto traccia un collegamento storico e artistico tra le due tavole e per questo si intitola “Scoprici. Antonello da Messina. Due ritratti per Cefalù”. Il percorso espositivo, curato da Giovanni Carlo Federico Villa, pone a confronto due figure che, pur essendo state create dallo stesso genio artistico, esprimono due differenti stati d’animo. Il Ritratto cefaludese è caratterizzato dal sorriso enigmatico e beffardo del soggetto raffigurato. Il Ritratto pavese riproduce lo sguardo malinconico di un giovane aristocratico. E ha una storia artistica controversa. È stato a lungo ritenuto un autoritratto di Antonello realizzato prima del suo soggiorno veneziano. L’ipotesi è stata suffragata dal marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro, collezionista e mecenate come il barone Mandralisca, che aveva acquistato l’opera da una famiglia veronese. Credeva, come gli studiosi e i mercanti del tempo (prima metà dell’Ottocento), che Antonello avesse realizzato un ritratto su “se medesimo”, ove “trovasi il di lui nome fuso nel dipinto assai ben eseguito e che mostra d’esser assomigliantissimo”. In realtà Antonello aveva eseguito la tavola (la datazione è fissata tra il 1465 e il 1470, il periodo più proficuo dell’artista) su commissione e secondo il suo modello di “ritratto borghese” di piccole dimensioni (20 per 27 centimetri). Il Ritratto è stato poi protagonista di una storia drammatica. Nel 1970 era stato trafugato con altre opere di Correggio e di Bellini dalla pinacoteca Malaspina. E fu ritrovato, in circostanza ancora confuse, sette anni dopo. Nel frattempo è diventato un testimonial dell’arte trafugata e poi recuperata dal nucleo di Tutela patrimonio culturale dei carabinieri. Ma il furto e le condizioni in cui la tavola è stata tenuta hanno lasciato qualche traccia sulla pittura e sulle condizioni generali dell’opera dipinta su una tavoletta di noce dello spessore di appena cinque millimetri. La mostra è organizzata dalla Fondazione Mandralisca, da MondoMostre e dai Musei Civici di Pavia, con il Patrocinio dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, del Comune di Cefalù e del Comune di Pavia. Ed è frutto di una collaborazione sinergica tra istituzioni, con un progetto nato a dicembre 2018 in occasione della mostra su Antonello che si è tenuta a palazzo Abatellis di Palermo ed è stata seguita dalla mostra a palazzo Reale a Milano, da dove i due capolavori provengono.
29.05.2019