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Criticità sanitarie, botta e risposta tra Giglio e Cgil

C’è ancora un botta e risposta tra la Cgil e la fondazione Giglio di Cefalù. Il nuovo capitolo del confronto nasce da un intervento della funzione pubblica del sindacato che segnala interventi operatori rinviati per guasti tecnici, una carenza di medicinali, antibiotici e attrezzature sanitarie, un’improvvisazione nell'organizzazione delle attività ambulatoriali, una fuga di medici e infermieri verso altre strutture. E in più la Pet sarebbe ferma da oltre tre mesi per un guasto. La Pet è uno strumento di medicina nucleare, usato per la tomografia a emissione di positroni. La Fp Cgil Palermo chiede su questi punti un incontro urgente all'assessore regionale alla salute, Ruggero Razza. La fondazione ha replicato definendo “ingenerose” le critiche del sindacato e assicurando che, anche in virtù dei dati di bilancio positivi, si sta portando avanti un piano di adeguamento tecnologico. Viene così rintuzzata la critica principale, quella di un “aumento inevitabile del rischio clinico”, oltre che di diminuzione della “qualità percepita dall’utenza”. E quindi ci sarebbe una perdita dello status di eccellenza. La “cattiva gestione” della struttura viene così descritta dal segretario generale della Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca: “La gestione autoritaria, e a nostro giudizio anche improvvisata, priva di confronto con le organizzazioni sindacali e con la dirigenza sanitaria, ha determinato una preoccupante situazione”. Il recente episodio di una mancanza di garze laparotomiche che ha determinato la temporanea chiusura della sala operatoria sarebbe la punta di una situazione critica. “Nel sommerso – dice infatti Cammuca - ci sono carenze ben più gravi di attrezzature, di antibiotici e medicinali, che obbligano spesso i degenti a ricorrere a farmaci di prescrizione domiciliare per consentire le terapie di reparto”. Sono diversi gli episodi indicati dalla Cgil. Il 27 aprile, a causa della rottura degli amplificatori di brillanza in sala operatoria, è stato eseguito un solo intervento chirurgico dei diversi programmati da ortopedia. Il 30 aprile nessun amplificatore di brillanza funzionava. Sono stati quindi rinviati tutti gli interventi sia ortopedici sia urologici. E l’8 maggio, come si era già verificato in questi mesi, nell’ambulatorio delle visite preoperatorie è stato programmato un numero esorbitante di visite, ben 25, che avrebbero provocato il rinvio delle visite di oltre la metà dei pazienti. Tra le disfunzioni più significative la Cgil indica il mancato rinnovo del parco tecnologico, con particolare riferimento alle apparecchiature di radiodiagnostica e di medicina nucleare. La Pet risulta ferma da oltre tre mesi per un guasto tecnico. E c’è infine una grave carenza di medici e infermieri, causata dalla fuga di professionalità. La nta del sindacato parla anche di una gestione clientelare degli incarichi. La fondazione Giglio ha risposto dichiarandosi intanto pronta al confronto. Le critiche mosse non terrebbero conto “dell’intensa attività svolta in questi anni per ripianare le perdite e chiudere, per il quarto anno, il bilancio in attivo”. Per il rinnovo del parco macchine - sottolinea ancora la fondazione - non potevano essere fatti investimenti pluriennali in presenza di un patrimonio netto negativo. “La Fondazione si è attivata per trovare risorse fuori bilancio, che arrivano dalla programmazione europea, per 11 milioni di euro. Risorse – si assicura – che saranno utilizzate per l’aggiornamento tecnologico”. E ancora: “Su eventuali disservizi, rilevati dal sindacato, come i guasti di apparecchiature tecnologiche, la fondazione vi ha subito posto rimedio seguendo le procedure e i tempi previsti dalle normative vigenti. Per la Pet il fermo macchina è stato dettato dalla liquidazione di una società terza che operava all’interno della fondazione per cui è stato necessario, per continuare ad utilizzarla e ripristinarla, acquisirla al patrimonio della fondazione. Iter che si perfezionerà in tempi brevi”. “L’apertura delle procedure concorsuali nelle aziende sanitarie siciliane – prosegue la nota – hanno generato un turnover, ma non solo al Giglio, a cui la fondazione ha prontamente risposto con avvisi di lavoro che purtroppo, come per gli anestesisti, non hanno avuto sempre l’esito desiderato. Per cui riteniamo ingenerose le critiche mosse dalla Fp Cgil anche nei confronti dei numerosi commissari, professionisti di alto profilo, che hanno seguito le procedure selettive nel rispetto delle norme e del regolamento concorsuale approvato dal Cda”.
15.05.2018