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LE INIZIATIVE PER I 50 ANNI DAL FILM

A ciascuno il suo, Cefalù rivive le suggestioni del film

Dal libro al film. Le differenze di linguaggio, le scelte di Elio Petri, le perplessità di Leonardo Sciascia. Di questo si è parlato al teatro comunale di Cefalù dove si è aperto il ciclo delle iniziative per i 50 anni di “A ciascuno il suo”. La rassegna ideata da Giuseppe Saja e Giovanni Biondo e promossa dall'amministrazione comunale proseguirà con mostre, incontri, testimonianze e un impegno: il restauro del film girato a Cefalù nel 1967. Il primo appuntamento si è aperto con gli interventi del sindaco Rosario Lapunzina e dell’assessore alla cultura Enzo Garbo, una testimonianza di Caterina Di Francesca, la presentazione del progetto culturale da parte di Giovanni Biondo. Si basa su una ricerca delle tracce che le riprese e la lavorazione del film hanno lasciato a Cefalù: scatti fotografici, documenti, articoli di giornale ma anche testimonianze e ricordi personali. Gran parte degli scatti provengono dall’archivio Varzi e offrono il ritratto di un paese, di un ambiente mentre resta sullo sfondo la temperatura politica di quel tempo. Il libro di Sciascia racconta una storia che in quel contesto viene incastonata. Ha la forma del giallo ma è qualcosa di più. Lo scrittore offre un affresco spietato della Sicilia e del peso di un sistema di potere che finisce per stritolare il professor Paolo Laurana, improvvisato e sprovveduto detective che cerca di fare luce su un duplice omicidio. Quando arriva vicino alla verità, che chiama in causa personaggi e ambienti del potere, da quel sistema Laurana viene fatto fuori. Il libro esce nel 1966. Il film nel 1967. Tra lo scrittore e il regista Elio Petri c’è uno scontro su ciò che il romanzo e il film rappresentano. Petri dice subito che non intende produrre un film politico. E Sciascia replica piccato: “Io scrivo soltanto per fare politico”. Questa visioni divergenti sono state al centro di una riflessione, moderata da Franco Nicastro, di Giuseppe Saja e Franco Marineo. Riconosciuta la differenze di linguaggio tra cinema e letteratura, a Petri è stata riconosciuta una cultura cinematografica di ispirazione americana che adotta una “grammatica” innovativa rispetto a quella italiana di quel tempo che va sotto l'etichetta di "cinema politico". Ma anche con queste diverse declinazioni dell’opera resta il suo messaggio: è il potere ad avere il sopravvento. Sia il libro sia il film parlano della Sicilia e delle relazioni tra mafia e potere. Ma parlano al paese intero perché per Sciascia la Sicilia era (è) un apologo e una metafora.
03.12.2017