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DOPO IL BRACCIO DI FERRO CON IL COMUNE

Cefalù, l’impianto riparte e l’acqua torna nella rete

C’è stato un lungo braccio di ferro. Alla fine i rappresentanti della società Sorgenti Presidiana hanno consegnato gli schemi dei quadri elettrici e le chiavi degli interruttori di comando. alle 17 sono state finalmente accese le pompe dell’impianto, requisito dal sindaco Rosario Lapunzina, che alimentano il serbatoio di Croce Parrino. E così viene scongiurata una nuova emergenza idrica che si stava prospettando dal momento in cui la società ha disattivato l’impianto e le pompe di sollevamento. “La situazione emergenziale – ha detto il sindaco - richiedeva l’adozione di provvedimenti a carattere emergenziale e voglio ringraziare le forze dell’ordine per l’assistenza e la collaborazione fornita. Non potevamo consentire e non consentiremo che la città rimanga senza acqua. L’esigenza pubblica, specie in temi che attengono alla sicurezza e alla salute dei cittadini, è sempre preminente rispetto ad ogni aspettativa vantata dal privato”. Ciò non toglie, precisa subito Lapunzina, che “il nostro impegno rimane orientato a risolvere la questione nel suo complesso, secondo quanto, non ci stancheremo di dirlo, specificatamente previsto dalla legge”. La questione è nota. La società chiede il pagamento di 1,75 milioni per il servizio di potabilizzazione e il Comune non paga perché sostiene di non essere stato individuato come gestore del servizio idrico integrato. Proprio per questo nei giorni scorsi aveva investito l’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e i Servizi Pubblici della procedura che prevede l’intervento commissariale per l’individuazione del gestore unico del servizio, in caso di inadempienza da parte dell’organismo d’ambito, l’Assemblea Territoriale Idrica di Palermo. “I cefaludesi – ha concluso il sindaco – hanno il diritto a vedere scorrere nei rubinetti acqua potabile, ad un prezzo equo, pari al costo che l’acqua ha nel resto del territorio provinciale”.
19.09.2017