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L’APPELLO DEL COMITATO ACCOLTO DALLA REGIONE

Ritornano a Geraci i tesori del monastero santa Caterina

Alla fine il comitato cittadino ha avuto ragione. Tornano a Geraci Siculo i beni mobili, i paramenti, gli oggetti preziosi e i beni antropologici e archivistici del monastero delle Benedettine chiuso nel 2015. Lo dispone un decreto del dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali della Regione siciliana, Gaetano Pennino, che ha così accolto la richiesta del comitato firmata da oltre 700 persone. I preziosi, gli oggetti di culto, gli altari, i reliquiari e i documenti erano stati portati via, su disposizione del vescovo di Cefalù, monsignor Vincenzo Manzella, dopo la chiusura del convento. Era subito nato un comitato che si è battuto, bussando a tante porte, per la restituzione dei beni alla comunità "perché li custodisca a perenne memoria storica, come segno tangibile della presenza delle monache benedettine di clausura nel territorio montano delle Madonie”. Partì una mobilitazione e un braccio di ferro con la Curia che è stato ora risolto dalla decisione della Regione di restituire gli oggetti perché siano "mantenuti in uso della chiesa e dei cittadini di Geraci Siculo". Le opere "devono essere temporaneamente esposte nell'esistente Museo del tesoro della Chiesa Madre, nelle more di una definitiva collocazione in uno dei locali annessi alla Chiesa di San Giuliano”, reso adeguatamente sicuro. Il monastero delle Benedettine “Santa Caterina”, di “clausura papale”, sorto intorno all’anno 1492 ad opera di un gruppo di “donne ritirate” e consolidatosi come istituzione monastica benedettina il 26 ottobre del 1498, ha operato nel territorio per ben 517 anni. E ha lasciato, sostenevano i promotori dell’appello, “un segno magnifico di umanità e di spiritualità, indelebile nella storia della città, per le tante opere di bene, a favore di uomini, donne, bambini, sacerdoti e religiosi di ogni dove, compiute dalle monache avvicendatesi nei secoli dietro le grate claustrali”. Il vescovo aveva disposto la chiusura del monastero che ospitava ormai una sola monaca e aveva fatto prelevare e portare via tutti i beni materiali tra cui mobili, porte, quadri, paliotti di altare, reliquiari, calici, beni d’uso quotidiano, stoviglieria, biancheria, paramenti e arredi sacri e liturgici, anche di pregio, e già utilizzati nell’annessa chiesa di san Giuliano. Tesori che ora torneranno a Geraci in attesa che vengano adeguatamente custoditi e valorizzati.
27.04.2017