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LA TORMENTATA CAMPAGNA ELETTORALE DI CEFALÙ

Dal ministro al centrodestra Sgarbi accende nuovi fuochi

Un’altra giornata di polemiche su due fronti per Vittorio Sgarbi. Prima un botta e risposta con il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Poi, in un comizio in piazza Duomo, un attacco frontale al centrodestra di Cefalù che prima lo ha cercato per farlo candidare e poi lo ha mollato preferendogli Edoardo Croci. Se l’è presa con Simona Vicari, Gianfranco Miccichè, Roberto Corsello. Ma anche con Manfredi Borsellino per via del contestato rapporto di “amicizia” con la madre. E con quelli che lo hanno messo in guardia: “Se ti candidi a Cefalù, ti finisce come a Salemi”. Chiaro il riferimento allo scioglimento del Comune, di cui è stato sindaco, per infiltrazioni mafiose: è l’altro polo caldo delle polemiche infinite in cui il critico si muove come un pesce nell’acqua. Prima del comizio, ma anche in un passaggio del suo intervento in piazza Duomo, Sgarbi aveva detto che impugnerà il provvedimento perché “abnorme” e di avere ricevuto dal ministro Anna Maria Cancellieri parole di apprezzamento per quello che come sindaco ha fatto. A stretto giro è però arrivata la smentita. La versione del Viminale è ben diversa: “Nel corso di una chiacchierata informale – puntualizza una nota – (Anna Maria Cancellieri, ndr) ha avuto parole di interesse per l'attività culturale del professor Sgarbi, ma il ministro dell'Interno non esprime giudizi sull'attività amministrativa dei sindaci; né di Salemi, né di nessun’altra città”. Il tono è secco e non dà spazio a interpretazioni diverse dalla smentita. Ma Sgarbi, che non si tira mai indietro quando c’è l’occasione di un confronto vivace, torna sulle proprie posizioni e rilancia: “Mi dispiace constatare come il ministro Cancellieri, che mi aveva garantito in presenza del commissario straordinario del Comune di valutare con particolare attenzione la richiesta di scioglimento del Comune di Salemi per condizionamenti mafiosi, proposta dal prefetto di Trapani in seguito a una inchiesta su Pino Giammarinaro, non indagato per mafia (con evidente contraddizione), abbia dimenticato di avermi manifestato apprezzamento, come amministratore, per l’iniziativa delle case a un euro”. “In un successivo colloquio, quanto si vuole informale – aggiunge – il ministro ha inteso ribadire che la proposta della Prefettura di Trapani riguarda il Consiglio comunale e non investe in alcun modo il sindaco”. Il quale ripete sempre di non essersi accorto che, lui sindaco, la mafia aveva messo le mani sul Comune.
25.03.2012
Riccardo Gervasi