Stampa articolo
Leandro e Nico durante uno spettacolo dei Cavernicoli
A UN ANNO DALLA SCOMPARSA

Nico, l’uomo e il Cavernicolo visto dall’amico Leandro

“Era il nostro ago della bilancia”
Leandro racconta Nico. L'amico, il compagno, il cavernicolo. “Diverso da me, complementare”, dice. Io, che per tutta la vita ho cercato alternative e ho basato le mie scelte sul senso di libertà che mi dava la mancata pianificazione, sono diventato negli anni un punto di riferimento per Nico che invece cercava le certezze, le strade sicure da cui non aspettarsi sorprese. Questa nostra differenza stava alla base della nostra amicizia, e anche dell'amicizia con Pio. La profonda diversità era un collante imbattibile. E per questo, insieme, conoscevamo a fondo tutti i vantaggi e svantaggi di quella che per noi era praticamente una vita coniugale a tre, per dirla con una battuta”. Lo ricorda sorridendo, Lenadro. “Il nostro gruppo era come un treno di cui Nico era il conducente. Il controllore per me era Pio, che teneva i rapporti con tutti. E Gigi era un passeggero che ogni tanto saliva su questa avventura, ogni tanto scendeva”. Un ricordo, in particolare, vuole raccontarlo. “Credo che fino al giorno della sua morte Nico non mi abbia perdonato di non aver mai acconsentito a indossare le maniche da impiegato del catasto durante gli spettacoli. Io non ne trovavo il motivo, e Nico sapeva benissimo che non ce n'era nessuno. Ma lui voleva sempre caratterizzarci di più. Renderci unici agli occhi del pubblico. Tornassi indietro lo ascolterei”. Era l'ago della bilancia, Nico. “Il suo timore dell'incognito lo portava a fidarsi ciecamente di me e a fare grande affidamento sulla mia compagnia. Non a caso mi è morto accanto, insieme al figlio Gabriele e alla moglie, Antonella. Ma fino alla fine era chiara la sua enorme volontà di vivere. Credo che la sua voglia di pianificazione lo abbia portato a programmare anche il suo ultimo giorno. Dal mio punto di vista anche quel tristissimo contesto è stato ordinato, secondo le regole che per lui erano tanto rassicuranti". "Del suo ultimo giorno ricordo le emozioni contrastanti – ci dice – e per questo voglio raccontare un aneddoto che, in quel giorno di grande dolore, ha fatto sorridere anche Antonella. Durante le ore della camera ardente entrò un caro amico comune. Mi guardò e commosso disse che Nico era andato a trovare Pio, scomparso per primo. Io sorridendo aggiunsi che speravo non volessero ricostituire il gruppo dei Cavernicoli in paradiso, visto che non mi sentivo pronto. Abbiamo sorriso tutti. Piangere e sorridere, insieme, in un misto quasi isterico di emozioni che solo Nico poteva riservarci nel terribile giorno della sua scomparsa”. I Cavernicoli erano diversi tra loro. Per percorsi, provenienze, culture. Eppure perfetti, nonostante gli immancabili battibecchi e le difficoltà. In una parola, erano amici. “Oggi che Nico e Pio non ci sono più - dice Leandro - voglio farmi carico di una responsabilità. Forse sono stato io quello che ha creduto meno nelle potenzialità del gruppo. Mi sono sempre ritenuto bravo a bluffare col pubblico, per divertirlo. Nico, invece, mi considerava un artista. Considerava tutti noi artisti, era pienamente cosciente delle capacità di ognuno di noi. A volte non capivo questo suo completo trasporto, visto che io vivevo tutto in modo più leggero. Oggi devo dire che aveva ragione lui”. Un ultimo ricordo divertente per i lettori della Voce: “Nico odiava il viola, come tutti gli artisti, e il numero tredici a tavola. E una cosa che mi divertiva moltissimo era il suo timore per una persona che, secondo lui, portava male agli spettacoli. Ricordo non pochi siparietti legati a questa sua credenza. Una volta incontrammo l'innominabile 'jettatore' alla stazione ferroviaria di Messina. Nico, vedendolo, abbassò rapidamente le tendine del finestrino ma questo non bastò per evitare che lui, felicissimo di vederci, ci raggiungesse nello scompartimento. Non voglio dare troppo peso alle superstizioni di Nico, ma inspiegabilmente quella sera dovemmo cambiare traghetto per un guasto”.
17.10.2011
Paola Castiglia