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Al Giglio la cura del seno fa un salto tecnologico

Nonostante le avversità e gli impegni per le strutture sanitarie dettati dal Covid-19 non si arrestano gli investimenti in tecnologia della Fondazione Giglio di Cefalù pronta ad ampliare l’offerta sanitaria a un’utenza crescente. “Da due anni – ha detto il presidente della Fondazione, Giovanni Albano, presentando la struttura – lavoriamo sul modello di sviluppo e di organizzazione della breast unit, ovvero unità di senologia, dove la paziente viene condotta per mano dalla diagnosi alla cura”. Il riconoscimento della Breast Unit della Fondazione Giglio è arrivato a gennaio del 2020 con decreto dell’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza. Ora al Giglio è stata presentata l’unità di senologia alla presenza del vescovo monsignor Giuseppe Marciante. “Tanti sacrifici e tanti investimenti realizzati – ha detto il presule - affinché l’ospedale sia sempre più centro dove la gente ritrovi la speranza”. C’erano anche rappresentanti delle istituzioni locali. Il vice sindaco Vincenzo Terrasi si è detto “orgoglioso di questi nuovi risultati raggiunti dal Giglio che per il territorio rappresentano qualcosa di speciale”. L’Unità multidisciplinare di senologia “Breast Unit” prende in carico la paziente dalla fase della diagnosi alla terapia chirurgica, medica-oncologica, radioterapica, alla riabilitazione, al follow up, sino alla fase delle cure palliative. È un modello organizzativo composto da specialisti delle unità operative di radiologia, chirurgia, oncologia medica, anatomia patologica, medicina nucleare, psicologia clinica e fisiatria. Si avvale della collaborazione esterna di specialisti di chirurgia plastica e dei medici di radioterapia nonché della consulenza del centro di genetica per le pazienti a rischio di eredità familiari per il tumore della mammella e delle ovaie. Dal via libera alla senologia del Giglio - ha aggiunto Albano - abbiamo lavorato sull’individuazione delle migliori risorse umane e tecnologiche”. Presentato, nel corso della conferenza, anche il nuovo mammografo digitale Selenia Dimensions (dell’azienda Hologic). È una macchina che consente la ricostruzione delle immagini volumetriche tridimensionali della mammella (tomosintesi) con una più agevole identificazione delle lesioni espansive e in grado di effettuare l’esame mammografico anche con la somministrazione del mezzo di contrasto (Cesm). “La mammografia con mezzo di contrasto – ha sottolineato il responsabile della Breast Unit, Ildebrando D’Angelo – ha una sensibilità pari a quella della risonanza magnetica mammaria con una specificità pari o superiore. Ci permette di fare valutazioni aggiuntive soprattutto in quei pazienti che soffrono di claustrofobia o obesi con difficoltà a sottoporsi alla Rm”. L’apparecchiatura sarà ampliata, entro febbraio, con un sistema di biopsia stereotassico della mammella col tavolo per le biopsie in posizione prona. “Il tavolo per le biopsie stereotassiche – ha spiegato l'oncologo-radiologo senologo Ildebrando D’Angelo – ci permetterà di effettuare sia la parte diagnostica che terapeutica su lesioni non palpabili quali ad esempio le microcalcificazioni (difficilmente rintracciabili con la sola ecografia) o di realizzare un più corretto centraggio pre-operatorio delle lesioni non palpabili tramite il posizionamento di “repere metallico“ che potrà guidare il chirurgo per escissioni quanto più precise e limitate”. La Breast Unit nel 2020 ha eseguito circa 3000 mammografie e altrettante ecografie, oltre 250 procedure di radiologia interventistica senologica. Il team multidisciplinare ha discusso i casi clinici di 160 pazienti, la gran parte delle quali prese in carico dall’unità operativa di oncologia medica, e, tra queste, 120 avviate a trattamento chirurgico presso la Fondazione Giglio. La tecnologia – ha concluso il presidente Albano – ha consentito a questa struttura di essere al passo coi tempi”. La Breast unit del Giglio, oltre a un ecografo top di gamma di cui si è già dotata a breve, avrà la disponibilità di un software di archiviazione e gestione dati denominato “databreast", certificato Eusoma, per condividere la casistica a livello nazionale e internazionale, mentre si appresta ulteriormente all’acquisto di un software per l’upgrade della risonanza magnetica nucleare. Il vescovo Marciante ha sottolineato, benedicendo la nuova macchina, con due esempi “l’eccezionalità dell’opera che si fa a favore delle donne curando il seno simbolo della sorgente delle vita”. “Non c’è uomo o donna – ha detto – che non abbia preso il latte del seno della donna. Occuparsene significa occuparsi della fonte della vita. L’altro esempio è quello di Sant’Agata a cui sono stati esportati in maniera violenta i seni. Sant’Agata capisce cosa vuol dire per una donna avere un male e in modo particolare in questa parte del corpo, delicata, appunto in cui si allattano i bambini”. Il vescovo ha donato alla Breast Unit un iconografica di Sant’Agata.
16.02.2021