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Elezioni, Termini laboratorio Tutte le sfide nelle Madonie

Tutti gli occhi sono puntati su Termini Imerese, il centro più grosso della provincia di Palermo: qui nasce infatti la prima coalizione "giallorossa" che riproduce lo schema dell’alleanza nazionale tra Pd e Cinque stelle. E per questo si è parlato di un “laboratorio”. In effetti proprio a Termini Imerese si sperimenta un’ipotesi di collaborazione che si proietta verso le regionali. Lo ha detto chiaro e tondo il vice ministro Giancarlo Cancelleri. L’accordo dunque va oltre l’occasione delle elezioni amministrative. Che ci sia a Termini una competizione vera e diffusa è dimostrato non solo dalle tre candidature a sindaco ma anche dal fatto che sono messe in campo ben 17 liste: il segno di una mobilitazione che Pd e Cinque stelle vivono soprattutto come una mossa per il ritorno del centrosinistra al governo della città dopo due commissariamenti, entrambi causati da problemi giudiziari per i sindaci. Il primo nel 2017 con le dimissioni di Salvatore Burrafato, l’altro nel 2019 con la caduta di Francesco Giunta. Ora la partita è davvero aperta. Solo il centrosinistra si presenta unito attorno a Maria Terranova esponente del M5s. Ci sono le liste con i simboli dei due partiti e tre civiche tra cui quella che fa capo a Vincenzo Fasone vicino a Cento passi di Claudio Fava e quella di Pippo Presti che in passato era collegato a Fabrizio Ferrandelli. Nel centrodestra c’è invece una spaccatura profonda. I candidati sono due: Anna Amoroso (appoggiata da Fratelli d’Italia, Udc e Cantiere popolare e tre liste civiche) e Francesco Caratozzolo che viene sostenuto da Forza Italia, Diventerà Bellissima, Lega, Ora Sicilia e due liste civiche. Sempre nell’area del centrodestra si colloca Graziella “Paola” Vallelunga, che mette in campo due proprie liste. Le divisioni nel centrodestra sono riconducibili a una competizione non solo tra i candidati ma anche tra due componenti in gara per la conquista di una posizione egemone. Contrasti che lo schieramento conta di ricomporre nell’eventuale ballottaggio. La città arriva al voto in preda a una crisi del proprio tessuto economico che la crisi della Blutec non ha attenuato. Le altre sfide nelle Madonie sono meno fragorose ma alcune puntano sulla continuità e qualcuna appare politicamente più connotata. Soprattutto quella di Polizzi Generosa dove si presentano in tre: il sindaco uscente Giuseppe Lo Verde; Gandolfo Librizzi espressione del Pd e direttore della fondazione Borgese oltre che ex presidente del conservatorio musicale “Scarlatti” di Palermo; Elio Picciuca. Lo Verde punta, ovviamente, sulla continuità, Librizzi ha creato un gruppo giovane dal quale è venuto un programma che, dice il candidato, “pensa al futuro di Polizzi più che alle beghe personali”. Anche a Lascari i candidati sono tre. A Pollina Magda Culotta punta a passare il testimone a Nunzio Castiglia, nel segno della continuità. L’attuale presidente del consiglio viene sfidato da Pietro Musotto. A Caltavuturo non si può ripresentare Domenico Giannopolo, che ha esaurito i due mandati. Dal suo giro viene però Salvatore Di Giorgi a cui è affidato, come a Pollina, il compito di assicurare la continuità. Non ci saranno sfide invece a San Mauro Castelverde. Giuseppe Minutilla, sindaco uscente, è l’unico candidato a succedere a se stesso. Non ha avversari ma per essere eletto è necessario che vada a votare oltre la metà degli elettori.
18.09.2020