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Himera, alla riapertura la Regione è assente

C’era la ministra Paola De Micheli, c’era il vice ministro Giancarlo Cancelleri, c'era il sindaco metropolitano Luca Orlando, non c’era nessuno della Regione: né il presidente Nello Musumeci né l’assessore Marco Falcone. Il viadotto Himera, chiuso cinque anni fa perché alcuni piloni erano stati investiti da una frana, riapre tra polemiche un po’ inutili un po’ stucchevoli. Doveva essere, e lo è stato, un giorno importante per la Sicilia per il ripristino di una struttura strategica per il traffico e il collegamento. Eppure dalla Regione è arrivato un segnale sbagliato. Non si capisce perché, malgrado i tempi non proprio brevi della chiusura del cantiere, siano state accese divisioni e scontri più spettacolari che sostanziali a cominciare dalla sfida lanciata dall’assessore Marco Falcone che ha promesso di presentare le dimissioni, subito respinte, se il governo nazionale fosse stato in grado di rispettare la data del 31 luglio. Ora il 31 luglio è arrivato e il tappo che divideva in due la Sicilia è saltato. L'autostrada A19 è ricucita. A Musumeci e a Falcone, che hanno continuato a dire che "non c'è nulla da festeggiare", hanno risposto sia la ministra che Cancelleri. "Mi dispiace – ha detto De Micheli – l'assenza del governo regionale. Non c'è alcun motivo per essere assenti: questa è un'opera che serve a tutti i siciliani e a tutti coloro che vorranno godere le bellezze di questa terra. Quando si fanno le cose bisogna esserci. La collaborazione istituzionale venga prima delle posizioni personali". Ancora più duro Cancelleri: "Penso che le dimissioni dovrebbero rassegnarle tutti quanti alla Regione. La montagna franata ciinque anni fa, che fece cedere i piloni del ponte Himera, sta ancora lì e non hanno mosso un dito". Quanto alle "dimissioni di Falcone poi respinte rientrano in una vicenda stucchevole". Ma le mantenga è l’invito chiassoso dei deputati del gruppo regionale grillino che si sono presentati all’inaugurazione con uno striscione che chiede le dimissioni (vere) dell’assessore. La polemica tra Regione e Anas è in piedi da qualche mese. E riguarda la gestione dei tanti cantieri aperti nell'isola. Nei mesi scorsi, Musumeci aveva persino presentato una diffida nei confronti di Anas che a Scillato era rappresentata dall’ad Massimo Simonini. "In Sicilia – è stata la risposta – abbiamo 76 cantieri, 71 di manutenzione programmata e 5 nuovi lavori per un investimento di 1,4 miliardi. Stiamo lavorando per il paese e per quest'isola". Un po’ di storia aiuta a ricomporre il quadro di ciò che sull’Himera è stato o non è stato fatto. Era il 10 aprile 2015 quando il movimento franoso si è abbattuto sul viadotto. E sono stati cinque anni di polemiche, ritardi, rinvii. L’opera doveva essere consegnata in aprile ma a causa del lockdown la conclusione dei lavori è slittata a luglio. E in questo lasso di tempo c’è stato un rimpallo di accuse tra la Regione e l’Anas. La chiusura divise in due la Sicilia. All’inizio il traffico automobilistico venne deviato verso Polizzi Generosa lungo strade di montagna che comportavano almeno un’ora sofferenza. Poi arrivò la "trazzera" di Caltavuturo, costruita con i fondi dei deputati del gruppo parlamentare dei Cinque Stelle e sette mesi dopo l'Anas completò la costruzione di un bypass. La carreggiata per Palermo fu riaperta dopo più di un anno dalla frana. I lavori di ricostruzione sono stati avviati a maggio del 2018: 270 metri e un investimento di 12,5 mln per un’opera in acciaio su tre campate. La riapertura al traffico del viadotto si lascia ora tante polemiche alle spalle (non tutte) ma non si può dire che i problemi della viabilità in Sicilia siano superati.
31.07.2020