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TUTTO PRONTO PER L'INAUGURAZIONE

Viadotto Himera all'ultima sfida: rinasce dopo 5 anni

Cinque anni dopo il viadotto Himera è rifatto. Il vice ministro alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri aveva fissato una data: il 31 luglio. E l’assessore Marco Falcone lo aveva quasi irriso lanciandogli una sfida: mi dimetto se quel giorno il viadotto sarà aperto. Scommessa persa, come si vede. Ma senza conseguenze pratiche. Come in un gioco delle parti, Falcone ha scritto una lettera formale a Musumeci che le dimissioni non le ha accolte. Ognuno resta al proprio posto: la politica sa fare quasi sempre questi miracoli. Domani, giorno dello showdown, Falcone non sarà sul ponte rimesso a posto. Non se la sente di venire a recitare la parte dello sconfitto. Con Cancelleri ci sarà invece la ministra Paola De Micheli. Come usa in queste occasioni, la parte cerimoniale per quanto ridotta al minimo sindacale non viene completamente rimossa. Tutti si presenteranno in favore di telecamere per pronunciare le formule di rito indossando il casco di ordinanza. Ma questo, in fondo, è il momento meno importante. Più importante è il risultato dell’operazione che negli ultimi tempi ha subito una forte accelerazione, anche sulla spinta del confronto proibitivo con quello che è accaduto con il ponte Morandi. Ma a Genova si sono saltate, bisogna dire anche questo, le procedure ordinarie per rimettere in piedi un’opera di importanza strategica. Non meno strategico, in verità, era il viadotto Himera che cinque anni fa aveva diviso in due la Sicilia. Al suo posto si sono pensate e attuate soluzioni provvisorie: prima il piccolo by pass pagato con i contributi dei deputati regionali dei Cinque Stelle, poi la bretella che ha attenuato il tappo nell’asse autostradale Palermo-Catania. Cinque anni fa il viadotto cedette sotto il peso di una frana venuta giù da una collina sovrastante che la Regione avrebbe dovuto consolidare con un’operazione che ancora non si è concretata. In questi cinque anni lo Stato ha invece fatto la propria parte, così almeno dice l’inaugurazione di domani. E pazienza se ci sono voluti cinque anni (ma i lavori sono stati avviati nel 2018) per ricostruire un tratto di 270 metri con una spesa di 14 milioni di cui quattro destinati a una perizia di variante. Qualcosa va detta comunque sui tempi di completamento dell’opera che hanno scontato varie avversità. Prima di tutto quelle meteorologiche del 2018-19, poi le difficoltà finanziarie della società che ha fornito le travi e infine la pandemia. Tutto questo ha indotto più volte l’Anas a rinviare la data di consegna dell’opera. E finalmente ecco che negli ultimi tempi i lavori del cantiere hanno assunto un ritmo più intenso. Al netto, sembra di capire, della sfida non sanguinaria tra Cancelleri e Falcone. E al netto dei ritardi accumulati da tutti gli altri interventi nelle viabilità secondaria. Sono decine (qualcuna sostiene che siano 161) i progetti frermi per una spesa di 375 milioni. Questo per dire che in Sicilia si viaggia sempre male e lentamente.
30.07.2020
Fausto Nicastro