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Salvini e la processione che ha sfregiato Cefalù

Prima l’assembramento in piazza Cristoforo Colombo poi il corteo per le stradine di Cefalù. Lui avanti con il piglio del condottiero osannato, accanto e dietro i suoi devoti sostenitori. Volti sorridenti e compiaciuti ma a Cefalù del tutto sconosciuti. Qualche mascherina abbassata, nessun rispetto per le regole di protezione anti Covid. La visita di Matteo Salvini a Cefalù lascia l’immagine penosa di una sfilata che turba la città. In quella che nel suo profilo social il "capitano" chiama, con grande sfoggio di banalità, una “perla siciliana incantevole” decine di persone hanno ostentato una sfida di cattivo gusto al senso civico. Proprio per rispettare i criteri minimi di cautela Cefalù ha rinunciato, per opportuna decisione della Curia, alle processioni religiose. Ma è stata costretta ad assistere, per usare le parole del sindaco Rosario Lapunzina, a “queste assai discutibili processioni pagane”. Prima dell’arrivo di Salvini gli uomini della forza pubblica sono stati impegnati a bonificare, giustamente, ogni anfratto dell’ipotetico percorso della “processione pagana”. Ma non sono riusciti a bonificare l’ambiente in cui si andavano formando gli assembramenti. Eppure era ben chiaro che quell’insensato concorso di folla celebrato dai selfie reclamati e offerti non solo ha messo a rischio la salute pubblica ma ha restituito un’immagine falsata della città. Cefalù e i suoi cittadini non meritavano questo sfregio.
13.06.2020