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CONFERITA LA CITTADINANZA ONORARIA

Cefalù con Liliana Segre
coscienza civile del Paese

Cefalù ha vissuto un momento di grande e intensa testimonianza civile con il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Mentre sui social ricomparivano, nel giorno della Memoria, insulti e attacchi alla senatrice a vita scampata alla Shoah, nella sala delle Capriate è stato dato un segnale che invece rifiuta la cultura dell’odio e le sue radici. “Cefalù è stata ed è luogo d’incontro di genti diverse, di culture diverse, per studio, turismo, lavoro o curiosità, perpetuando la sua identità di operoso e quasi sempre pacifico punto di relazioni sociali e culturali”, ha detto il sindaco Rosario Lapunzina.
Il sindaco ha ricordato che proprio qui convissero in simbiosi, nel Medioevo, “ebrei, cristiani e islamici, mentre la piccola comunità ebraica rimase per secoli integrata nella comunità cittadina, entro un quartiere della Giudecca posto in una delle zone più belle della città, vicino significativamente alla cattedrale cristiana, in cui una delle navate è orientata verso la Mecca per consentire ai fedeli dell’Islam di pregarvi”. E poi c’è la storia più recente. Quando Cefalù ha pagato il suo tributo di sangue a causa del razzismo, “con i suoi cinque figli linciati nel villaggio americano di Tallulah nel luglio 1899, una vicenda straziante sulla quale ha fatto luce il giornalista Enrico Deaglio” con il suo volume “Storia vera e terribile tra Sicilia e America”. Ma anche durante la seconda guerra mondiale, Cefalù è stata protagonista di gesti di “fratellanza e di accoglienza, mentre suoi cittadini combattevano al Nord tra i partigiani antifascisti e altri, subito dopo, portavano un loro brillante contributo alla Resistenza, alla rinascita della Democrazia, alla ricostruzione, morale e civile della nostra Patria”.
È quindi radicato nella storia della città il senso dell’accoglienza, della condivisione e dell’integrazione. “La comunità cittadina – ha sottolineato ancora Lapunzina – è oggi composta da persone originarie un po’ da tutti i paesi del circondario e anche oltre, con significative presenze dei gruppi etnici, culturali e religiosi più diversi, senza che mai si siano registrati fenomeni di intolleranza o discriminazione”. Da qui il richiamo a Matteo Collura e alla sua prefazione in un libro sulla città: “Chi si trova a Cefalù non ha bisogno di andare in giro per il mondo, poiché è il mondo a passare da qui”.
Proprio in momenti come questo appaiono a Lapunzina indispensabili “segnali forti, chiari e profondi, specialmente da parte delle Istituzioni, per contrastare le influenze negative sulla società e per riaffermare i principi costituenti di una Nazione libera e democratica, qual è l’Italia”. E la scelta della cittadinanza onoraria diventa il riconoscimento che Liliana Segre “rappresenta per milioni d’Italiani, e non solo, un punto di riferimento morale e una testimone altissima dei nobili valori della nostra Costituzione; la sua storia personale è di così grande insegnamento per tutti noi e, in particolare, per le giovani generazioni che, non a caso, pure la sua persona è stata fatta oggetto di ignobili attacchi”. E in quanto “testimone vivente di fatti orribili”, porta sulla sua pelle ancora incisi, indelebilmente, i segni della più profonda abiezione che si consumò nei campi di sterminio nazisti.
“Se ciò è accaduto, allora può accadere di nuovo”, ha scritto Primo Levi altro testimone degli orrori del razzismo e dell’antisemitismo. Per Anna Arendt il male assoluto riesce a colpire in maniera più vibrante quando giunge a far finta di non esistere, quando, cioè “riesce a sembrare banale”.
In questo caso l’antidoto più forte indicato dal sindaco è la memoria, “poiché l’oblio è il complice più forte dell’odio, della violenza, del decadimento morale”. Nel campo di Aushwithz si trova una epigrafe che recita: “chi non conosce la storia dovrà riviverla”. “Solo la memoria può salvare l’umanità dal ripetersi delle tragedie che la storia ci tramanda”, ha concluso Lapunzina.
Nel giorno in cui ricorre il 75° anniversario della liberazione, ad opera delle truppe sovietiche, del campo di sterminio di Auschwitz, Cefalù ha voluto testimoniare non solo la stima personale e l’affetto che ispira Liliana Segre, ma anche il riconoscimento che sua vita rappresenti una “coscienza viva del nostro tempo”, un esempio vivente di resistenza, di coraggio, di integrità etica e di onestà intellettuale”.
La pergamena che riassume le ragioni del riconoscimento sarà consegnata nei prossimi giorni dal sindaco alla senatrice a vita.
28.01.2020
Fausto Nicastro

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