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ALL'EPILOGO LA TURBOLENZA POLITICA

Gangi, via Ferrarello
ma il sindaco resiste

Le dimissioni del vice sindaco Giuseppe Ferrarello e quelle dell’assessore Filippo Scavuzzo mettono il sigillo su una crisi politica che a Gangi è arrivata ormai a una svolta. Della vecchia coalizione che aveva vinto due anni fa in solitaria le elezioni non c’è più il profilo originario. Nessuno dei protagonisti si ritrova al posto di partenza. Anche il nome del gruppo di maggioranza era cambiato (“Paese futuro”). E tutto lascia pensare che nelle prossime ore il sindaco Francesco Paolo Migliazzo possa mettere in piedi una nuova squadra: una giunta che per forza di cose dovrà essere ricomposta per assicurare, in una fase difficile e confusa, una continuità amministrativa.
Il consiglio comunale non c’è più. Dopo le dimissioni della maggioranza dei componenti e l’uscita di scena del presidente Roberto Domina, oggetto peraltro di una mozione di sfiducia, le sue funzioni vengono svolte dal commissario Giovanni Impastato, che è anche segretario comunale a Cinisi.
Negli ultimi tempi una bufera politica ha quindi investito e spazzato via un consiglio che non rappresentava più il progetto politico dal quale era nato: l’incontro tra l’ex sindaco Giuseppe Ferrarello e la parte politica che aveva animato l’opposizione. L’intesa che aveva suggellato trasversalmente il nuovo quadro politico ha retto però solo un anno. Poi si sono moltiplicati i segni dello sfaldamento. E la figura di Ferrarello, che pure si era presentato alle elezioni regionali in una lista di centro sinistra a sostegno della candidatura di Fabrizio Micari, si è ritrovata al centro di forti fibrillazioni. A dare il via alla crisi incombente sono state le dimissioni dell’assessore Nino Blando, uomo di largo consenso che ha motivato la sua uscita richiamandosi a “ragioni personali”. In realtà la formula generica non basta a spiegare l’origine di una crisi che si è subito sviluppata invece per cause molto politiche. Le tensioni sarebbero da collegare a una presenza forte (c’è chi dice “ingombrante”) di Ferrarello, tanto forte da attenuare la stessa autonomia politica del sindaco e da innescare una frattura non solo con il centrosinistra ma anche con un pezzo importante di centrodestra legato al mondo dell'artigianato, delle professioni e dell'imprenditoria agricola, edile e turistica. La direzione della crisi è diventata più chiara quando la capogruppo dell’unica compagine consiliare, Giovanna Farinella, si è dimessa e al suo posto è stato eletto Giandomenico Lo Pizzo, un esponente del Pd politicamente più connotato.
Poi è stato un turbinio di movimenti e di dimissioni. Uno dopo l’altro sono usciti di scena il vice presidente del consiglio, Carmelo Nasello, il presidente Roberto Domina, i consiglieri Patrizia Dinolfo, Salvatore Nasello, Giovanna Farinella e Giuseppe Mantegna. Quando la maggioranza dei consiglieri ha lasciato palazzo Bongiorno, è arrivata la decadenza dell’assemblea. Le dimissioni dalla giunta Migliazzo dell’assessore Concetta Quattrocchi, la più vicina a Ferrarello, hanno solo anticipato l’epilogo della crisi arrivato con l’abbandono di Ferrarello: un atto che ha solo un valore formale, dato che l’ex sindaco era di fatto e da tempo fuori dalla maggioranza e dalla giunta.
La sua è una inevitabile presa d’atto che ora Ferrarello spiega così: “Ho sempre considerato la politica come strumento che unisce, amalgama e crea spirito di appartenenza ed entusiasmo necessario ad affrontare, nel migliore dei modi, tutte le azioni e le attività che hanno portato Gangi ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti territorialmente e sovraterritorialmente. Queste condizioni, per quanto mi riguarda, non esistono più e per questo mi dimetto”.
A questo punto c’è da capire cosa farà il sindaco. Tutto lascia pensare che Migliazzo intenda restare al suo posto. Non ha più il problema di confrontarsi con il consiglio comunale e sembra destinato a intraprendere una strada diversa dal suo predecessore. Se questo è vero allora nascerà presto una giunta tutta nuova. Resta da capire quale sarà la collocazione di Ferrarello nella nuova stagione politica. Chiuso il rapporto con il centro sinistra, è facile prevedere un suo approdo verso l’area moderata del centro destra, quella che fa capo a Totò Cuffaro e Saverio Romano. È il terreno in cui Ferrarello, ma è solo un’ipotesi, potrà ritrovare cospicue affinità politiche.
27.04.2019
Fausto Nicastro

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