La forza composta e determinata l'ha abbandonata dopo una lunga resistenza. Rita Borsellino, la sorella del giudice ucciso dalla mafia, è morta nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Civico di Palermo. Aveva 73 anni. A febbraio era mancato il marito Renato Fiore.
Fino all'ultimo, e anche nella fase più critica della malaattia, si era battuta per arrivare alla verità sull'attentato di via D'Amelio dove Rita era rimasta a vivere nell'ultima dignitosa sfida alla mafia.
Questo obiettivo di verità, oscurata dal depistaggio più grave della storia giudiziaria italiana come l'ha definito la corte d'assise di Caltanissetta, Rita Borsellino aveva perseguito anche con l'impegno civile e politico. E' stata con Luigi Ciotti una delle fondatrici di Libera, Nel 2006 è stata candidata per il centro sinistra alla presidenza della Regione sfidando Totò Cuffaro poi eletto: non bastò allora a Rita Borsellino il 41 per cento dei voti.
Nel 2009 è stata eletta europarlamentare. Quindi si è candidata alle primarie per sindaco di Palermo ma è stata sconfitta per una manciata di voti da Fabrizio Ferrandelli. L'ultima sua uscita pubblica è stata il 19 luglio, nel ventiseiesimo anniversario della strage di via D'Amelio. Era molto provata e sfiancata dalla malattia. Era sulla sedia a rotelle. Ma non ha voluto mancare a quell'appuntamento per ribadire, ancora una volta, che il modo migliore per portare avanti gli ideali di giustizia del fratello Paolo è l'impegno quotidiano per la verità. "La memoria - aveva detto - è vita che si coltiva ogni giorno".
Grande e unanime il cordoglio dal mondo politico, a cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il quale aveva un forte rapporto di stima e di amicizia.