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Cefalù, il risanamento
secondo Lapunzina

Meno spese e maggiori incassi
Per completare il risanamento dei conti il Comune di Cefalù non venderà beni immobili e non farà ricorso a mutui. La manovra finanziaria, che sta cercando di alleggerire il peso di debiti ereditati per oltre 15 milioni, farà leva su altri strumenti: in primo luogo il recupero dei crediti e il contenimento della spesa attraverso tagli agli sprechi.
La manovra, annuncia il sindaco Rosario Lapunzina, è stata concertata con la commissione straordinaria di liquidazione (nominata dopo la dichiarazione di dissesto) mette il Comune “nella condizione non solo di non dover far ricorso all’anticipazione di cassa (pari nel 2012 a circa 4 milioni oltre interessi bancari), ma di avere a disposizione la liquidità necessaria (circa 3 milioni e 700 mila euro nel marzo 2017) per far fronte agli impegni di spesa in bilancio”.
“Proseguendo in tale politica di risanamento – dice il sindaco – ci impegniamo a portare avanti un’azione di rilancio, anche attraverso la rimodulazione della tassazione, improntata a criteri di equità, solidarietà sociale e alla incentivazione delle attività produttive”.
Le strade da percorrere sono le più diverse. Intanto una rimodulazione della Tari che comporti una riduzione dei costi del servizio con un’oculata gestione e una maggiore economicità del sistema di raccolta rifiuti. Contestualmente al recupero dell’evasione tributaria, si procederà alla revisione dell’attuale sistema tariffario con la riduzione degli importi. Ciò in quanto, si legge in una nota del sindaco, “la Tari costituisce una tassa e, quindi, deve essere coerentemente commisurata all'entità del servizio reso”. Più specificamente, la fissazione del tributo da parte del Comune dovrà essere ispirata al principio comunitario secondo cui “chi inquina paga”. Perciò, con la revisione del regolamento, la determinazione delle tariffe dovrà essere strettamente correlata ad una previa dettagliata valutazione delle singole situazioni. In sostanza, dovrà ragionevolmente fondarsi su un'accurata istruttoria circa la produttività quantitativa e qualitativa dei rifiuti delle categorie e/o sottocategorie appositamente individuate, utile e imprescindibile ai fini della congrua fissazione dei "coefficienti". “Pertanto si procederà – dice la nota – a un riesame delle categorie, con eventuale previsione di sottocategorie, dei coefficienti delle tabelle previste dalla legge, per la determinazione della quota fissa e della quota variabile delle tariffe Tari, più aderente alla reale produzione di rifiuti del complesso della superficie imponibile”. Tra le altre misure previste la riduzione dell’addizionale comunale Irpef e delle aliquote di Tasi e Imu. Il piano prevede anche, e qui si tocca un punto controverso che non piace molto agli albergatori soprattutto in ordine alla destinazione delle somme incassate, l’integrale riscossione della tassa di soggiorno. Si prevede la modifica del regolamento comunale, “previa concertazione con gli operatori del settore”, anche in relazione ai criteri di spesa, prevedendo una percentuale per servizi comunali di supporto alle strutture ricettive. Qui sembra esserci un’apertura proprio verso le richieste degli operatori.
Si pensa anche di proseguire la “redditizia gestione comunale” dei parcheggi. I proventi (circa 450 mila euro in un anno, tre volte in più della cifra incassata durante l’affidamento ai privati) verranno, per una considerevole parte, destinati a manutenzione delle strade. Si darà anche corso al miglioramento delle modalità di pagamento, attraverso applicazioni per smarthphone o tablet.
E ancora saranno ampliati i ticket d’ingresso ai beni patrimoniali e monumentali comunali (la Rocca ha prodotto circa 150 mila euro in un anno: la metà degli incassi, annuncia il sindaco, saranno in futuro investiti proprio per migliorare i servizi sulla Rocca), sarà proseguito il tavolo tecnico con la Curia e la Fondazione Mandralisca per la creazione di “una rete di fruizione del patrimonio artistico e monumentale”.
19.05.2017

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