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LA LETTERA

Mario Cicero lascia il Pd
“Sel vera casa dell’impegno”

“Lascio, ma ci ho creduto”
Mario Cicero lascia il Pd. Lo fa con dolore e lo comunica con una lunga nota, che pubblichiamo integralmente. Cicero ha commentato a La Voce l'abbandono del Partito democratico come un atto necessario, dopo che la nave sulla quale era salito con entusiasmo ha perso la rotta, la missione e le ragioni che avevano portato alla nascita di un grande progetto si sono disperse un mille rivoli, dettati da troppi personalismi. Mario Cicero torna così alla sinistra più radicale, dalla quale veniva, con un rientro convinto in Sel. Di seguito, la sua lettera aperta:

"Lasciare qualcosa in cui si è creduto e che si è cercato di costruire non é facile, anzi ti riempie di angoscia e ti pone tante domande, che molte volte non trovano risposte e quando le trovi distruggono quegli ideali e quei valori in cui hai creduto.
Oggi ho deciso di lasciare questo Pd, governato da un gruppo dirigente che ogni giorno che passa mortifica l’impegno di milioni di militanti che, con passione e amore, volevano costruire una grande Casa del socialismo e cattolicesimo riformista collegato alla grande famiglia del socialismo europeo. Un soggetto capace di interagire con i grandi movimenti mondiali che si impegnano per la Pace, contro ogni forma di violenza e per l’emancipazione di popoli e culture, nella direzione di un Mondo più equo e solidale. Non entro nel merito della situazione del Partito, non ne vale la pena si alimenta solo polemica, sicuramente l’invito che oggi mi sento di fare ai militanti è quello di lasciare questo Pd (cosa che dai dati del tesseramento sta già accadendo), perché solo così, a mio parere, i “Generali e colonnelli” lasciati soli si accorgeranno che hanno distrutto un patrimonio umano pieno di valori e di ideali, cresciuti dall’insegnamento di uomini come Berlinguer, Moro, Pio La Torre. Tutto ciò è mortificato perché la questione che impegna ogni giorno il gruppo dirigente Nazionale e, a caduta, quello regionale è di costruire ognuno un proprio ruolo, sfruttando la propria posizione per alimentare polemiche e diatribe strumentali, con il solo scopo di indebolire il competitore interno e bloccare la crescita di un leader che possa dispiegare una politica condivisa che dia una prospettiva di Sinistra al nostro Paese.
Dimenticando che l’Italia sta vivendo una delle più devastanti crisi economiche che si ripercuote sul piano sociale e di tenuta della coesione culturale di un popolo.
Allora mi chiedo perché? Perché devo prestare ancora la mia “faccia” a un partito governato da questi uomini facendomi omologare tra coloro che hanno tratto vantaggio dalla politica, vanificando l’impegno profuso in questi per affermare una politica di trasparenza amministrativa, senza privilegi o cerchi magici, accompagnando tutti, avviando un processo di sviluppo in una comunità senza lasciare mai nessuno indietro.
Questo Paese sta attraversando una pesante crisi, il mondo delle imprese e delle professioni sono stati lasciati soli, senza una vera strategia di sviluppo che dia ossigeno ai nostri imprenditori che, se non investono e non innovano, possono solo subire la concorrenza di altri mercati dove il costo del lavoro e gli oneri sociali sono bassi e le garanzie sindacali sono nulle.
Ecco che vi è l’esigenza di un partito politico che sappia interpretare queste istanze, che li incanali in un processo democratico, avendo come obiettivo la crescita sostenibile e solidale della nostra Democrazia.
Una democrazia che nello scenario del Mediterraneo deve assumere un ruolo e un protagonismo tale da diventare punto di riferimento di tutti quei movimenti, laici e democratici, che stanno cercando di emergere nei paesi della sponda di fronte alla nostra Sicilia.
Questo Partito purtroppo non sarà il Pd, lacerato da sterili polemiche a da mediocri personalismi.
Ecco allora l’esigenza di trovare una nuova casa dove la tradizione del Socialismo europeo sia percepita come patrimonio e ricchezza culturale, che ti permette di interloquire con tutte quelle realtà nel Mondo che ogni giorno lottano per la dignità e la liberazione dei popoli.
Uscendo dalla logica aberrante e tragica che a gestire le sorti del Mondo siano la grande e oscura finanza e le lobby delle banche e delle multinazionali.
Dobbiamo credere che un altro sviluppo è possibile fatto da coloro che amano il proprio territorio e la cultura che esso esprime, ecco allora che occorre investire sulla formazione, la scuola, l’artigianato e la piccola-media impresa, l’agricoltura di qualità e il mondo delle professioni che, in sinergia con il mondo del Lavoro, possano costruire una società più solidale e partecipativa.
Io credo in tutto ciò ed è per questo che aderisco da semplice militante al partito della sinistra italiana “Sinistra ecologia e libertà” con un impegno a costruire insieme ai compagni e amici che ci credono, un grande partito di massa capace di dialogare con tutti i soggetti sani e produttivi della nostra Italia, non avendo tabù e pregiudiziali ma disponibile a contaminarsi con chiunque abbia come linea guida nell’azione politica la questione morale ed etica. Questo deve essere lo spartiacque, poi insieme dobbiamo essere “lievito” per fare crescere nella società italiana la grande voglia di un popolo che si vuole confrontare con il Mondo alla pari degli altri, sapendo che vi è una classe politica capace di rappresentare le vere istanze del Paese e che ha l’autorevolezza di sedere ai tavoli internazionali senza vergognarsi della propria storia o del proprio operato.
Sinistra ecologia e libertà oggi può diventare questa casa, questo laboratorio, auspico che nelle prossime settimane si avviino una serie di iniziative, che portino questo partito nelle piazze della nostra Sicilia per dare una speranza e una prospettiva a tutti coloro che, come me, credono ancora che la Politica è impegno sociale e servizio per gli altri".
19.09.2013
Paola Castiglia

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