Termini, torna la protesta
Sit-in dei lavoratori Blutec
La vertenza Blutec è ripartita a Termini Imerese con la protesta dei lavoratori. Circa 300 operai della Blutec e dell'indotto si sono radunati davanti allo stabilimento, dove i sindacati hanno organizzato un'assemblea e un sit in. Sono state montate anche due tende per un presidio permanente.
“Rimarremo qui fino a quando il ministero dello Sviluppo economico non ci convocherà. Siamo pronti a mettere in campo altre iniziative” ha detto il segretario regionale della Fiom, Roberto Mastrosimone. Le sigle sindacali che hanno riaperto la vertenza – Fiom, Fim e Uil – sono presenti.
La mobilitazione nasce da una stasi della vertenza. Il ministero dello Sviluppo economico doveva pronunciarsi il 5 febbraio sul progetto di riconversione industriale per l'ex sito Fiat per individuare una soluzione occupazionale agli oltre 635 lavoratori in cassa integrazione da oltre 10 anni. Con il cambio di governo si è fermato tutto.
I sindacati attendono pure una risposta alla richiesta rivolta al Mise per una convocazione urgente.
A giugno, sostengono i sindacalisti, scade la cassa integrazione e nulla si sa ancora del progetto di rilancio della fabbrica e del polo industriale di Termini Imerese. Con i lavoratori dell’indotto sono mille gli operai che attendono di sapere quale destino li attende.
“Non si può perdere ulteriore tempo, lo diciamo con forza al nuovo ministro Giancarlo Giorgetti”, sottolinea Antonio Nobile, segretario della Fim Cisl di Palermo e Trapani.
I sindacati avevano già sollecitato il precedente governo a costituire una new-co controllata dai creditori pubblici di Blutec, nell’ambito di un accordo concordatario sui debiti che l’azienda ha nei confronti dello Stato. Questa soluzione consentirebbe, a parere dei sindacati, alla nuova società di prendere in carico i lavoratori e lo stabilimento e avviare così un processo di reindustrializzazione con le aziende interessate ad investire nel sito. Il Mise si era impegnato a individuare le soluzioni più idone e concrete, anche con il coinvolgimento di Invitalia, per la costituzione della New-co e doveva pronunciarsi sul progetto di riconversione presentato dal consorzio Smart City Group. Ma la crisi di governo ha fermato tutto.
24.02.2021