Ora anche il consiglio comunale di Cefalù dice no all’inclusione del Giglio nella rete degli ospedali destinati all’emergenza Covid. In videoconferenza i consiglieri hanno discusso e votato quasi all’unanimità un documento che sottolinea molti punti critici. In particolare la inidoneità della struttura e la difficoltà a garantire l’isolamento dell’area Covid rispetto agli altri reparti.
Alla fine il documento che mette in discussione le scelte della Regione e la disponibilità del Giglio alla riconversione è passato con 14 voti a favore e due soli astenuti. I due astenuti sono Jessica Barranco e Carmelo Greco. Gli altri tre consiglieri di minoranza – Fabrizio Piscitello, Valeria Pizza e Rosangela Vinci – hanno votato il documento il quale esprime “fortissime perplessità riguardo la prospettata adozione di soluzioni ‘ibride’ che mantengano nello stesso blocco strutturale, qual è quello dell’edificio del Giglio, la coesistenza di reparti Covid e non-Covid, quali a titolo esemplificativo oncologia, Utic, Neurologia, Centro nascite, Laboratorio analisi, eccetera”.
Sono più o meno le stesse perplessità che nei suoi interventi ha espresso il sindaco Rosario Lapunzina. In apertura della seduta è stato proprio il sindaco a introdurre la discussione con una relazione sui contatti, le mancate risposte, le sollecitazioni di questi giorni.
A sostenere dubbi e riserve è il rischio, sottolineato nel documento, che la “coesistenza di reparti Covid e non-Covid possa trasformare un presidio di salute pubblica capace di offrire servizi ospedalieri anche di alto livello specialistico in un focolaio del contagio che metta a repentaglio la salute di pazienti, medici, personale sanitario e cittadini”. E tutto questo a fronte finisce per incidere sulla importante e fondamentale funzione che l’ospedale “ha assunto e assume nel territorio”. Da qui l’esigenza che “esso continui a dare, pur nell’emergenza in atto, l’assistenza a quanti necessitano di altre cure specialistiche (ad esempio, pazienti oncologici, cardiopatici, neurolesi, partorienti, pazienti che necessitano di interventi chirurgici d’emergenza), in condizioni di massima sicurezza”.
Il consiglio si è ritrovato d’accordo nell’invito, rivolto prima di tutto alla Regione, a “rivalutare con attenzione la compatibilità tra la sicurezza che deve essere offerta a pazienti e personale medico e sanitario, con la coesistenza, nella medesima struttura del Giglio, di reparti Covid e non-Covid, che appare non solo essere assai problematica e di difficile e complessa attuazione, ma potenziale fonte di alto rischio per la comunità”.
Mentre era in corso il consiglio il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, ha chiesto con una nota diffusa dall’ufficio stampa di essere sentito dal consiglio. Richiesta di cui, durante la discussione, si sono fatti interpreti Barranco e Greco per i quali le misure pianificate sulla struttura dell’ospedale assicurerebbero le migliori condizioni di isolamento. E la rimodulazione gestionale sarebbe, in questo momento, un’opportunità per l’ospedale e per il suo ruolo nella rete sanitaria regionale.
Ma il coniglio, con il voto, l’ha pensata ben diversamente.